1 luglio 2004: abolita la naia

leva1° luglio 2004: finisce la naia, meglio conosciuta come servizio di leva obbligatorio. Viene approvata la legge che entrerà  in vigore il 1° gennario 2005.

I 12 mesi da dedicare obbligatoriamente al servizio dello Stato erano considerati da molti, uno spreco, una perdita di tempo, anacronistici per pacifisti ed esponenti cattolici. Negli anni il servizio militare era stato oltremodo indebolito dal diffondersi del servizio civile, anch’esso obbligatorio e sostitutivo del precedente, malgrado dovesse svolgersi inizialmente in 24 mesi e più avanti in 18: molti giovani si dichiaravano obiettori. Con lo sviluppo dell’industria, lo svuotamento delle campagne,  la crescita del grado di istruzione, il servizio militare perde via via il suo significato di iniziazione,  come da molti veniva ritenuto. Cresce, inoltre, l’esigenza di un esercito più professionale, in grado di assolvere ad azioni  di peacekeeping con funzioni di garanzia per gli accordi internazionali.

Con la fine del servizio militare obbligatorio, cessa anche l’obbligatorietà del servizio civile. Ai giovani non rimane che concrentrarsi sul percorso di studio e la carriera professionale. Molti, invece, compreso chi scrive, ritengono il servizio civile obbligatorio un’opportunità di crescita e di formazione che non ha confronti. Il servizio civile obbligatorio chiede ai giovani di dedicare una parte della propria vita al bene della comunità e alla crescita della coscienza civile.  Un’intera generazione si è formata nei centri di accoglienza e in tanti enti di volontariato e di servizio alla comunità. Molti giovani con il servizio civile hanno conosciuto l’impegno sociale, la scoperta della sofferenza, l’aiuto a chi  è meno fortunato. Il ritorno al servizio civile obbligatorio è un invito ai giovani a  concepire la vita non solo come mero  divertimento e impegno professionale, ma come occasione per sentirsi parte della comunità, custodire i beni comuni e le relazioni sociali.

Fabrizio Annaro

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