di Camilla Mantegazza
Una croce rossa di tipo greco, con quattro bracci uguali, su fondo bianco. Ispirata alla bandiera della Svizzera, a colori invertiti, in onore della nazione che ne ospita il Comitato Internazionale retto da soli cittadini svizzeri, a simbolo della neutralità dell’organizzazione.
E l’idea venne proprio da lì, dalla Svizzera, dal giovane Jean Henry Dunant che, capitato in terra italica per un incontro con Napoleone III, si trovò nel bel mezzo di una delle battaglie più sanguinose del 1800, sulle colline a sud del lago di Garda, a Solferino e a San Martino. Seconda guerra di indipendenza italiana, trecentomila soldati, tra eserciti francese, sardo-piemontese e austriaco.
Centomila i morti, i feriti e i dispersi. Scarsi i soccorsi, mal ubicati, lontani dai campi di battaglia. E proprio lì si trovava il giovane svizzero, tra le distese di vite perdute, forse anche a causa dell’inesistenza della sanità militare che lì, più che mai, diveniva indispensabile.
Da quest’orribile spettacolo, magistralmente descritto nel testo “Un Souvenir de Solferino”, nacque quell’idea che presto divenne realtà: la Croce Rossa, una squadra di infermieri volontari preparati, la cui opera avrebbe potuto prestare sollievo e soccorso laddove i campi di battaglia ne urlavano necessità.
Poi il Convegno di Ginevra del 1863, con la nascita formale delle società nazionali di Croce Rossa di cui l’Italia fu la quinta a formarsi, ancora prima delle convegno svizzero, il 15 giugno del 1864 grazie a Cesare Castiglioni, con il motto “primi ad arrivare ed ultimi a ripartire” e con le fondamenta costruite su sette principi, che ne costituiscono lo spirito e l’etica.
Umanità, per lenire in ogni circostanza le sofferenze degli uomini, per far rispettare la persona umana, favorendo comprensione reciproca, amicizia e cooperazione tra i popoli. Imparzialità, nei confronti di nazionalità, di razze, di religione, di condizione sociale e appartenenza politica.
Neutralità, nell’astensione dal partecipare alle ostilità di qualsiasi genere. Indipendenza, nello svolgere le proprie attività di soccorso volontario e disinteressato. Volontarietà, per le persone che aderiscono all’organizzazione. Unità, nel territorio nazionale. Universalità, in base alla quale tutte le società nazionali hanno uguali diritti e il dovere di aiutarsi in modo reciproco.
Con uno scopo, tra gli altri, fondamentale: “doversi non considerare nemico il nemico ferito e bisognoso di assistenza”.