Il 1963 segna la fine del “miracolo economico” iniziato verso la metà degli anni ’50. Cinquant’anni fa soprattutto nel Nord Italia, si usava fare la spesa con il libretto, un sistema di pagamento posticipato a fine mese, quando arrivava lo stipendio. Si “segnava” sul libretto l’importo della spesa alimentare, generalmente sostenuto presso l’unico negozio sotto casa. Era un credito che il negoziante faceva al cliente e che, peraltro, metteva questo in seria difficoltà con il fornitore.
Carosello proponeva gli spot, allora si chiamavano réclame, della brillantina Linetti, della cedrata Tassoni, delle donne che sembravano avere “un debole per l’uomo in Lebole”. Nasce il mito di Calimero e il signor Ernesto Calindri, contro il logorio della vita moderna, consigliava di bere Cynar. Il giorno dopo lo spot, le vendite dei prodotti pubblicizzati avevano dei picchi di vendite.
“Mi pagherà un tanto al mese” era il ritornello più in voga all’epoca, quando i commercianti vendevano sulla fiducia ai loro clienti, senza nemmeno emettere le cambiali che erano diventate care. E i più arditi di loro si trasformarono da semplici venditori di lampadine, a venditori di radio, televisori, piccoli elettrodomestici da cucina, da semplici meccanici o riparatori di biciclette a venditori di motorini, scooter, automobili.
Un operaio guadagnava mediamente 60 mila lire al mese e una Fiat 500 costava 450 mila lire, 200 mila lire in più la 600, quasi un milione la 1100, fino ad arrivare al milione e mezzo per una Giulietta e al doppio per una Lancia Flaminia. E di auto, la sola Fiat, ne vendeva mediamente, e nonostante la crisi, 650.000 ogni anno.
Dal punto di vista economico però, la situazione era insostenibile: gli italiani spendevano il loro stipendio, prima ancora di averlo ricevuto e ipotecavano anche gli stipendi degli anni futuri, con il risultato che una massa di denaro non circolava, né in moneta né in cambiali, e creava così un ostacolo a qualsiasi desiderio di innovazione, di miglioramento produttivo e distributivo penalizzando gli investimenti.
Un percorso che portò dritti in un vicolo cieco e creò una spirale di aumento dei prezzi che ricadevano sui prodotti e quindi sui consumatori. Il passo successivo fu la crisi di molte aziende e le conseguenti proteste (le più famose furono quella degli edili nel mese di ottobre a Roma e quella dei metalmeccanici a Torino che provocarono incidenti e migliaia di feriti).
Daniela Zanuso