2 agosto: approvata la legge contro gli sprechi alimentari

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di Francesca Radaelli

A inizio agosto le prime pagine dei giornali sono dominate dai bombardamenti americani  sulla Libia e dalla cosiddetta ‘emergenza rifiuti’ a Roma. Intanto, il 2 agosto 2016, con 181 voti favorevoli, 2 contrari e 16 astenuti, il Senato italiano approva la Legge sugli sprechi alimentari, Senato italiano approva la Legge sugli sprechi alimentari, che entra in vigore a partire dal 14 settembre. L’obiettivo con cui è stato scritto il provvedimento, di cui è relatrice Maria Chiara Gadda (Pd), è la riduzione degli sprechi di cibo nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione. “Questa legge rappresenta una delle eredità dirette di Expo Milano 2015”, aveva sottolineato il ministro Politiche agricole Maurizio Martina dopo l’approvazione alla Camera. “Finalmente l’Italia si potrà dotare di una norma che rafforza il lavoro di contrasto a un fenomeno che solo da noi vale più di 12 miliardi di euro all’anno. Ogni anno in Italia recuperiamo 550mila tonnellate di eccedenza in tutta la filiera. Nel 2016 vogliamo arrivare a un milione”.

Alla base dell’iniziativa legislativa c’è una petizione, pubblicata sulla piattaforma Change.org per imporre alla grande distribuzione di donare il cibo invenduto a organizzazioni di volontariato o mense per i poveri. Apripista su questo fronte è la Francia, in cui già nella primavera 2015 è stata approvata la legge in base alla quale, per i punti vendita con superfici superiori ai 400 metri quadri, è scattato l’obbligo di destinare gli alimenti in scadenza alle strutture caritatevoli e di inviare al compostaggio o all’alimentazione animale i prodotti non più adatti al consumo umano.

Mentre però Oltralpe sono previste pene piuttosto severe per trasgressori, da sanzioni per un massimo di 75mila euro fino a due anni di reclusione, il testo legislativo italiano si basa piuttosto sul meccanismo degli incentivi, non prevedendo alcuna multa o sanzione.

Che cosa cambia, in breve? La legge di stabilità 2016 aveva già innalzato a 15mila euro il valore del cibo donato sotto il quale non  necessario inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Ora  viene ulteriormente semplificata la procedura burocratica e tributaria per la cessione gratuita a onlus e soggetti donatori degli alimenti  in eccedenza da parte degli operatori del settore alimentare.

Viene inoltre ampliata la platea dei soggetti autorizzati ad effettuare le distribuzioni gratuite, così come le categorie dei prodotti che possono essere cedute gratuitamente, a partire da quelli che hanno superato la data di scadenza espressa dalla dicitura ‘da consumarsi preferibilmente entro..’ ma risultano ancora consumabili. Ma anche quelli non idonei alla vendita per alterazioni nell’imballaggio, fino a quelli con etichettatura irregolare. Il pane in eccedenza potrà essere donato nell’arco delle 24 ore dalla produzione e i ristoranti potranno preparare per i clienti le cosiddette “doggy bag“.

La legge dà inoltre ai Comuni la facoltà di ridurre la tariffa sui rifiuti ad attività commerciali e produttive, onlus ed enti pubblici che a titolo gratuito cedono le proprie eccedenze alimentari agli indigenti e alle persone in condizioni di bisogno o per l’alimentazione animale.

Secondo il presidente della onlus Qui Foundation, Gregorio Fogliani, la legge potrebbe dimezzare gli sprechi nel giro di dieci anni: “Se tutti i pubblici esercizi italiani mettessero a disposizione le loro eccedenze, con una media di 20 pasti al giorno, si potrebbero distribuire addirittura 7 milioni di pasti quotidianamente”.

 

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