di Enzo Biffi
Il 21 giugno è già la celebrazione del solstizio d’estate quindi, dovendo proprio dedicare una giornata dell’anno alla musica, una ventina d’anni fa qualcuno deve aver pensato essere il giorno naturale. Se l’estate è luce e scoppio di vitalità la musica ne è una degna testimone.
La musica è in noi, è vita pura, compagna quotidiana ci riempie le giornate fin dalla nostra memoria ancestrale. Suoni e armonie delle prime ore di vita, ninnananne stonate e campanelli da culla. Qualche volta, strimpellando chitarre o picchiando maldestramente tamburi e pianoforti, mi capita di pensare a quanto tutto ciò sia un bell’esempio di democrazia applicata. Pochi linguaggi come quello musicale consentono di creare sfaccettature pari a quante ne produrrebbe un caleidoscopio gigantesco. Un magico riflesso per ciascuno, ad ogni gusto il colore giusto,ad ogni persona un accordo personale. Tempi, ritmi, scale armoniche ascendenti, frequenze, ottave ma anche musicanti autodidatti e corni alpini. Allora troviamo la musica come linguaggio popolare e universale, forse unica vera Koinè: lingua comune capace di unire.