Gian Maria Volonté istrione del cinema d’autore

di Mattia Gelosa

Gian Maria Volontè nasce il 9 aprile 1933 a Milano e già a sedici anni entra nel mondo dello spettacolo: si unisce, infatti, alla compagnia itinerante I carri di Tespi, mentre nel 1954 entra a far parte dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma. Qui si fa subito notare come giovane talento e ha occasione di recitare in qualche sceneggiato televisivo, prima di essere scritturato dal Teatro Stabile di Trieste per la stagione 1958-1959.

Nel 1960 torna a lavorare sul set, ma con ruoli minori per alcuni anni: è con Un uomo da bruciare di Orsini e dei fratelli Taviani che ottiene il primo impiego come protagonista, nel ruolo del sindacalista Carnevale in un film denuncia. Da quel momento in poi la sua carriera cinematografica sarà in ascesa e si muoverà su due grandi filoni: il cinema dello spaghetti-western e il cinema di impegno politico e sociale.

Volonté che ha uno sguardo magnetico, una recitazione carismatica e istrionica e tratti del viso duri e aggressivi,  viene notato da Sergio Leone che lo vuole co-protagonista di Per un pugno di dollari accanto a Clint Eastwood: il suo ruolo è quello del trafficante di alcolici Ramon Rojo, ossia il famoso “uomo col fucile” del film. La sua ottima interpretazione e la sua figura, complementare a quella di Eastwood, pacato, biondo e pallido, sono tra gli elementi di grande interesse di questo primo film degli spaghetti-western.

La consacrazione nel genere avverrà l’anno dopo, nel 1965, con Per qualche dollaro in più ancora di Sergio Leone: stavolta è il crudele bandito El Indio, criminale tossicodipendente che si scontra ancora con Clint Eastwood, aiutato dal perfetto Lee Van Cleef. Il film ha un successo clamoroso grazie anche al suo cast  perfetto, così Volonté diventa quasi un’icona dell’antagonista degli spaghetti-western e viene scritturato da registi come Damiani Damiani o Carlo Lizzani.

L’attore milanese recita in molti film più impegnati e di carattere politico: militante tra le file del partito comunista, compare anche nelle sue liste elettorali nel 1975.

Sono le opere che accusano i poteri forti, tra cui il famoso Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri dove Gian Maria interpreta il capo della sezione omicidi della questura di Roma, un uomo che ama manipolare le persone e che si è reso colpevole a sua volta di un delitto, quello della fidanzata. La pellicola vince nel 1971 l’oscar come miglior film straniero, mentre Volonté riceve un David di Donatello e un Nastro d’Argento come miglior attore. La musica di Morricone, ha contribuito a dare fama a quest’opera, divenuta ormai un cult del cinema italiano.

Nel 1972 lavora ancora con Petri ne La classe operaia va in Paradiso: stavolta incarna lo stakanovista Lulù, un operaio che vedrà la sua vita subire una svolta quando si risveglierà in lui la coscienza di classe. Altro grande successo e premio Grand Prix a Cannes.

Il connubio tra lui e Petri finirà nel 1976 con il flop de Todo Modo, opera di Sciascia che denuncia la mala politica dell’Italia: l’insuccesso del film manderà in forte crisi l’attore, che riuscirà però a recitare in Actuas de Marusia: cronaca di un massacro. Il film, nuovamente a tema sociale, denuncia lo sterminio del governo cileno a danno dei minatori in rivolta del villaggio di Marusia, completamente raso al suolo. A causa dell’impegno su tale fronte, Volonté dovette rifiutare alcune parti ne Il padrino e Novecento.

Il ritorno alla politica si presenta nel 1986 con il film di Giuseppe Ferrara Il caso Moro, il primo a ricostruire interamente la vicenda del deputato. Nel 1991 recita in Una storia semplice di Greco, altro film da un romanzo di Sciascia: sarà la sua ultima parte importante e coinciderà con la vittoria del Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. L’assenza di ulteriori chiamate lavorative porterà l’attore di nuovo in una crisi depressiva: quando nel 1994 Angelopoulos lo scrittura per Lo sguardo di Ulisse egli pensa di poter tornare di nuovo sulla cresta dell’onda, ma muore durante le riprese per arresto cardiaco.

Riconosciuto ancora oggi come uno dei migliori attori italiani di sempre, Gian Maria Volonté ha ricevuto moltissimi omaggi, tra cui una via dedicatagli a Roma e scuole di recitazione intitolate a suo nome.

 

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