Non è certa la data di nascita, che a seconda degli storici oscilla fra il 1130 e il 1140, mentre si sa con sicurezza quando Gerardo è passato a miglior vita: 6 giugno 1207. Ed è proprio il 6 giugno il giorno che Monza ricorda il santo della carità.
Una vita intensa, quella di Gerardo, fatta di scelte radicali e di amore per l’umanità, anzitutto quella sofferente. Gerardo, di famiglia benestante, ereditò una bellissima casa, una struttura ancora esistente che oggi ospita l’Oasi San Gerardo, un progetto della Cooperativa La Meridiana dedicato agli anziani.
L’Oasi, situata nel centro della città di Monza, offre 28 appartamenti di prestigio, che gli anziani possono prendere in affitto, spazi di aggregazione e servizi orientati al benessere dei residenti. Sono 67 gli anziani accolti complessivamente in questi 10 anni, 30 residenti presenti attualmente, provenienti tutti direttamente dal proprio domicilio. Un progetto innovativo perché, oltre ad essere una struttura per la vita delle persone anziane, l’Oasi è sede di importanti enti della vita sociale monzese: la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, il Consorzio delle cooperative di Monza e Brianza, Confcooperative. Troviamo anche un ristorante e sale per attività culturali e ricreative. Infine, e ne siamo onorati, anche la sede della redazione del nostro giornale Il Dialogo di Monza.
Il modello Oasi San Gerardo è oggi, all’attenzione della Regione Lombardia, impegnata nella ricerca di soluzioni adeguate e alla portata dell’anziano che si trova in uno stato di fragilità. Sono state molteplici le visite di delegazioni italiane e straniere interessate a confrontarsi con il modello proposto dall’Oasi, un modello particolarmente innovativo e che risponde a esigenze specifiche della vita dell’anziano.
“La cooperativa La Meridiana –afferma Roberto Mauri, direttore della Meridiana Due,- è sempre attenta a non rendere l’Oasi una struttura chiusa per gli anziani, ma al contrario, attraverso l’ utilizzo delle sale di aggregazione e del ristorante, si attua costantemente uno scambio con la città”
Oggi, in onore del santo ed in occasione dei 10 anni dell’Oasi, è stata organizzata una festa con stand informativi, laboratori ludico-creativi come l’arte della ceramica, la cucina dell’epoca e la creazione dei manufatti in linea allo stile del tempo di Gerardo. Sarà possibile visitare le mostre: “Monza novecento, memorie di una vita quotidiana” e “Fantasie pittoriche”. Un invito rivolto a tutta la città per vivere e condividere questa giornata.
Per tutto il giorno, l’Oasi è stato luogo di aggregazione per bambini, giovani, famiglie, nonni e, ovviamente, per gli anziani residenti.
Nel 1174 l’attuale Oasi era la casa di Gerardo, il quale preferì condividerla con i malati e trasformarla in ospedale.
Il miracolo più famoso è certamente quello del mantello: si racconta che, mentre Gerardo si trovava in chiesa a pregare, il fiume, gonfiandosi improvvisamente, ruppe il ponte che collegava l’ospedale con la città. Gerardo, subito accorso, stese il suo mantello sull’acqua, e attraversò il fiume, raggiungendo i suoi malati. Secondo alcuni storici, le acque si fermarono alle porte dell’ospedale e comunque a livello dei piedi del letto. Ogni anno Monza ricorda il miracolo facendo calare sulle acque del Lambro una statua del santo.
Oltre all’Oasi, a san Gerardo è dedicato l’ospedale nuovo, una grande struttura di cura e assistenza ai malati. L’eredità di Gerardo è visibile, lampante e la si ritrova nella vita quotidiana della città, si reincarna nelle azioni di tante persone, una comunità che opera per migliorare la vita propria ed altrui. Un’eredità che si scorge fra i 200 enti (imprese sociali, associazioni, enti morali) che operano instancabilmente in favore del prossimo; un’eredità che appare nelle strutture socio-sanitarie e in particolare in quei centri di cura dove si assistono i più “malati dei malati”, persone la cui vita è appesa a un filo come i malati di SLA, quelli in stato vegetativo e in fase terminale.
Gerardo, santo della carità, ma anche precursore dell’impresa sociale come scrive il biografo del santo, Ernesto Marelli, “Gerardo aveva tanta compassione, carità, umiltà che si recava ovunque in Monza sapesse si trovassero poveri e infermi e da solo o con l’aiuto di un compagno li raccoglieva e li trasportava al suo ospedale dove li poneva nei letti lindi … Accanto alla pratica caritativa ispirata da profonda religiosità, Gerardo diede prova di particolare concretezza e capacità organizzativa istituzionalizzando il suo ospedale in un ente provvisto di tutela giuridica in grado di firmare convenzioni con il Comune e la chiesa di allora”.
Fabrizio Annaro
Info su Oasi www.cooplameridiana.it