7 marzo 1785: nasce uno dei padri della lingua italiana

Manzonidi Daniela Zanuso

Schivo, riservato, introverso, condusse una vita appartata dove la letteratura divenne unica passione e consolazione. Nato dall’infelice matrimonio fra Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia di Cesare (ma le indiscrezioni dell’epoca lo vogliono figlio naturale di Giovanni Verri), Alessandro non ebbe certamente un’infanzia facile.

Per disinteresse della madre fu educato nei collegi religiosi dei Padri Somaschi e dei Barnabiti, dove ricevette un’educazione eccessivamente rigida, da lui stesso fortemente criticata. La sua formazione illuministica diventerà una componente fondamentale della sua personalità. Più tardi il contatto con Vincenzo Monti e Giuseppe Parini a Milano e la successiva frequentazione degli ambienti intellettuali parigini, gettarono le basi di quell’assunzione di responsabilità ed impegno intellettuale che diventeranno fondamentali caratteristiche del suo operato.

La sua profonda sensibilità, l’attenzione alle posizioni romantiche e il severo moralismo, lo indirizzeranno verso un tormentato cammino spirituale e di conversione religiosa, influenzato anche dalla prima moglie Enrichetta Blondel.

Aderì profondamente alla fede senza sconfessare la venerazione della ragione e nel tentativo di coniugare entrambe, Manzoni diventerà uno dei più grandi interpreti degli ideali e dell’impegno morale del suo tempo.

E’ celebrato soprattutto per i Promessi Sposi, quel capolavoro cui dedicò anni di revisioni, modifiche, rielaborazioni soprattutto linguistiche, ossessionato dalla necessità di perfezionamento formale delle sue opere. La storia mescola personaggi e vicende inventati a personaggi realmente esistiti, in un contesto storico scrupolosamente documentato dove due popolani, mai apparsi prima nella storia della letteratura, assurgono al ruolo di protagonisti. La lettura penitenziale dei Promessi Sposi che viene imposta nelle scuole, unita ad un’immagine stereotipata e un po’ grigia, ne fa uno scrittore poco amato e poco compreso dai giovani, nonostante sia innegabile il suo ruolo nell’evoluzione della lingua italiana.

 

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