Africa, Europa e migrazioni: il ‘summit’ di Malta e le questioni ancora aperte

naufraghidi Francesca Radaelli

Affrontare le cause profonde della migrazione.
Istituire e organizzare canali di migrazione legale.
Rafforzare la protezione dei migranti e dei richiedenti asilo.
Affrontare lo sfruttamento e il traffico di migranti.
Migliorare la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione.


Questi ‘buoni propositi’ rappresentano le linee guida con cui si è aperto ieri, a La Valletta nell’isola di Malta, il vertice sulle migrazioni tra i paesi africani e l’Unione europea che si chiuderà questa sera, già ribattezzato da più parti “Valletta summit”. A prendervi parte sono oltre 60 tra capi di stato e rappresentanti politici dei paesi coinvolti e ben sette organizzazioni internazionali, tra cui, oltre all’Ue, anche le Nazioni Unite e l’Unione Africana. L’obiettivo dichiarato è definire una politica condivisa per gestire in modo coerente – al di là delle ‘misure di emergenza’ – gli imponenti flussi migratori tra Africa ed Europa.

profughiUn movimento di popolazione che rappresenta uno dei tratti caratterizzanti dell’epoca in cui viviamo, che ha lasciato il segno nella nostra società, modificandone la struttura demografica e plasmandone gli umori. In tutta Europa, e in Italia innanzitutto, si contrappongono ideologia dell’accoglienza e mentalità dell’ ‘aiutiamoli a casa loro’.
Ma fino a che punto è possibile accogliere a oltranza le persone che da oltre dieci anni a questa parte attraversano il Mediterraneo in cerca di un futuro in Europa?
E fino a che punto è possibile supportare davvero e in modo efficace lo sviluppo (inteso come democratizzazione e lotta alla povertà) degli stati africani, spesso guidati da regimi autoritari e oppressivi?
Difficile dare una risposta adeguata, e soprattutto costruttiva, al di là dei soliti cliché, a queste domande. Certo è che la risposta dovrà passare in primo luogo attraverso il ruolo che si vorrà attribuire alla cooperazione. Si parla di un Trust Fund dedicato alla cooperazione tra Europa e Africa, che attualmente ammonta a meno di due miliardi di euro ma che l’Ue intenderebbe rafforzare, aumentando gli investimenti in direzione dell’Africa. Staremo a vedere.
Intanto da Malta, la piccola isola a metà strada tra due continenti così diversi, iniziano ad arrivare le prime dichiarazioni dei vari esponenti politici presenti, non ultimi quelli italiani.

Intanto dall’Egeo arrivano notizie di altri morti.

Quest’anno oltre 800.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo verso l’Europa.

In attesa delle decisioni a cui giungeranno politica e diplomazia, l’impressione è che di tempo, prima di iniziare a vedere un vero cambiamento nella gestione dei flussi migratori e demografici, ce ne vorrà parecchio.

Francesca Radaelli

 

 

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