Al Manzoni: ditegli sempre di si!

di Marco Riboldi

Nella ricerca di un significato razionale alla realtà ci si deve sostenere su qualcosa:  si può ad esempio puntare sulla logica della parola, del suo significato e della relazione tra frasi e proposizioni.

Talvolta però il filo si aggroviglia, trovarne il capo diventa difficile e ciò che appare e quel che è si separano con esiti talora comici, talora tragici.

È una traccia di lettura del lavoro visto in quest’ultimo fine settimana al Teatro Manzoni: ‘Ditegli sempre di sì” di Eduardo De Filippo.

Scritta nel 1927, questa divertente commedia di sapore pirandelliano racconta di un paziente dimesso da un manicomio che, tornato a casa, sconvolge la vita di familiari ed amici, talvolta con effetti positivi, talvolta no, semplicemente prendendo alla lettera ogni affermazione che sente.

Sì dà vita così ad una serie di equivoci, fino al finale, che lascia sospesa la domanda sulla realtà della vita quotidiana e sulla sua follia, che forse solo l’artista può in qualche modo interpretare.

Un intreccio semplice, ma efficace, una commedia che fa trascorrere due ore di vero divertimento, con un sottofondo di riflessione, condotta con levità, ma non superficiale.

Ottima la prova degli attori, su cui spicca Gianfelice Imparato, capace di riprendere al meglio la lezione di Eduardo sulla mimica, cui spesso l’autore napoletano affida la forza della recitazione.

Altrettanto valenti sia la brava Carolina Rosi, a suo agio in un ruolo che richiede eleganza e garbo, sia gli interpreti dei personaggi minori, che poi minori non sono, che hanno saputo dare risalto alle loro parti sceniche.

Regia precisa e felice, che utilizza anche la sinfonia de “La forza del destino” di Verdi come commento musicale,  scene essenziali, ma efficaci.

Pubblico giustamente soddisfatto: il teatro Manzoni ha offerto una serata che valeva la pena trascorrere in platea.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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