“Sono una foglia che vive nell’universo”.
Questo è uno dei tanti aforismi, frammenti di poesia filosofica, che Alberto Casiraghi ha pubblicato nel suo libro “Quando”.
Frasi come tante, piccole e semplici, ma che racchiudono un sapere, che lui imprime con caratteri mobili e su carta a mano utilizzando una vecchia macchina tipografica Audax Nebiolo.
Ne escono preziosi libretti di poche pagine dove il breve testo viene arricchito da acquerelli, foto, oggetti, disegni di artisti più o meno noti, creando opere originali e uniche.
Alberto comincia a stampare a mano circa 35 anni fa, dando vita a una collana denominata Pulcinoelefante; nome ricavato da un disegno fatto in gioventù, appunto un pulcino con la proboscide.
Recupera questa macchina tipografica da una fine certa e la porta a casa. Difficile trovarle una sistemazione: la macchina è pesante e ingombrante, un muro della casa deve essere abbattuto e poi ricostruito per farla entrare.
Inizialmente Alberto stampa solo cose sue, poi conosce colei che chiama “la mia quasi fidanzata” Alda Merini da cui nasce una lunga e fruttuosa amicizia e comincia a imprimere anche le sue poesie. Sono tante le persone che frequentano la sua abitazione e che diventano amici.
“Gli amori soffici sono piccoli soli che scaldano sempre” dice un altro suo aforisma.
Sono soprattutto donne che entrano nella casa di Alberto. Donne che si cimentano esse stesse nel preparare e comporre la matrice speculare da stampare, mettendoci un tocco di creatività nell’impaginazione. Sono ansiose di vedere ultimata la stampa del proprio lavoro, di cucire insieme i fogli per terminare il manufatto e di leggere, nero su bianco, i loro pensieri. I testi sono brevi per comporre libretti semplici, di poche pagine, ma di effetto.
Alberto ha una predisposizione naturale verso le donne, perché come in tanti gli riconoscono, ha un animo gentile e femminile, disponibile con tutti perché con la gentilezza si ottiene tutto.
Lui prende il suo lavoro con molta libertà, non pensando al guadagno, con quella libertà che gli permette di divertirsi “come fosse un gioco”. La sua casa è tutto. E’ un microcosmo dove si respira gentilezza, disponibilità, altruismo, creatività, dove in ogni angolo è racchiuso un tesoro.
Vecchi cassetti contengono incisioni in legno, ormai introvabili, fatti da un amico maestro incisore. Timbri che vengono utilizzati singolarmente o sovrapposti ad altri per creare nuove immagini più fantastiche.
In altri sono custoditi i caratteri mobili di diverse grandezze, utilizzati per comporre la matrice. Un po’ ovunque sono sparse bozze di lavori, disegni e acquerelli da inserire nei libretti; lavori ultimati preparati per occasioni speciali, tutti rigorosamente in tirature limitate.
Un armadio, nella piccola camera da letto, conserva i 10.000 libretti stampati nel corso degli anni pronti, alla prima occasione, per essere infilati in una valigia e portati in giro per il mondo a conoscere nuove persone.
Silvio Soldini è una di queste: un’amicizia nata per caso che si è creata con il regista e che ha portato alla produzione del film documentario “Il fiume ha sempre ragione”, dove si racconta di un mestiere antico, di una passione che attraversa il tempo per tornare alle origini delle cose.
“Raccolgo perché semino in libertà”
Testo e foto di Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli