Fino al 30 giugno 2019 a Mantova è possibile visitare una mostra curiosa e interessante come l’artista che l’ha creata: Adriano Altamira. La mostra si intitola: “Sogni di Carta nell’Appartamento dei Nani”.
Altamira, fin dai primi anni Settanta, si afferma contemporaneamente come artista, storico e critico dell’arte contemporanea. Al 1972-73 risalgono rispettivamente le sue prime personali in Italia e all’estero, così come le prime pubblicazioni. L’artista si forma in quel fecondo clima milanese degli anni Settanta segnalandosi fra gli autori di spicco della generazione concettuale. Tiene una cinquantina di personali in Italia e all’estero e partecipa a importanti rassegne, come la Biennale di Venezia del 1980, la Quadriennale di Roma del 2005.
L’esposizione è allestita nella Scala Santa (1615), piccolo gioiello architettonico che riproduce in dimensioni ridotte la celebre Scala Santa del Palazzo in San Giovanni in Laterano a Roma. L’ambiente, storicamente voluto dal duca Ferdinando Gonzaga e il cui progetto fu affidato all’architetto Anton Maria Viani, venne reso celebre da Giovanni Rodari quale “Appartamento dei Nani di corte”: un’espressione efficace ma inesatta, un falso storico diventato credibile per lungo tempo dalle ridotte proporzioni degli spazi.
Da molti anni l’Appartamento è escluso dal circuito di visita museale, vista la natura labirintica che lo rende di difficile accesso ai visitatori che affollano il Palazzo Ducale di Mantova. Eccezionalmente verrà aperto al pubblico grazie alla presenza dell’intervento artistico di Adriano Altamira, che si configura quindi come una speciale occasione per conoscere questi spazi misteriosi. La visita – per ragioni di sicurezza – avverrà in piccoli gruppi di massimo 10 persone alla volta previa prenotazione.
La mostra “Sogni di Carta nell’Appartamento dei Nani”, a cura di Adriano Altamira e Renata Casarin, è scaturita da un recente sopralluogo privato dell’artista in occasione del quale sono riaffiorate memorie di una precedente visita effettuata da bambino: l’esposizione comprenderà una serie di piccole installazioni, prevalentemente di sculture di carta su scheletro di metallo che spiegano appunto il titolo dell’esposizione.
Queste sculture, disegnate e progettate anni fa, ma mai eseguite, appartengono al periodo dei Sogni: una ricerca effettuata durante gli anni ’80, quando l’artista disegnava i sogni fatti di notte e ne realizzava qualcuno in tre dimensioni dopo averlo “riprogettato”. Di questa serie fa parte anche il lavoro con le grandi uova di terracotta, una libera variazione su un sogno realizzato nel 1983. A questo primo nucleo di lavori se ne accosta un secondo, composto da opere della serie Visti per caso, iniziata negli anni ’90. Di questa serie fanno parte le opere Ad Ala d’Angelo, l’Età del Desiderio, e Pala continua, che sarà installata nella cappelletta con l’altare.