I Milanesi, per secoli, hanno considerato il Castello Sforzesco emblema di tirannide e dominio straniero. Più volte, i cittadini hanno tentato di demolirlo; soltanto con l’Unità d’Italia trasformandosi in un centro di cultura, il Castello è diventato caro ai Milanesi e simbolo della città.

Infatti, dopo il Duomo, il Castello è uno dei monumenti milanesi più visitati. La sua torre di mattoni rossi, con l’orologio, è uno dei simboli più riconoscibili della città: onnipresente sulle cartoline di Milano,

Il Castello Sforzesco fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, Duca di Milano, sulle rimanenze di una fortificazione risalente al XIV secolo conosciuta come Castrum Porte Jovis (Castello di porta Giovia o Zobia).
Fu con Ludovico il Moro, figlio di Francesco Sforza, che il Castello divenne, nella seconda metà del XV secolo, una delle corti più fastose dell’Italia rinascimentale: vennero chiamati a decorarlo, il Bramante e Leonardo da Vinci. Sotto la dominazione spagnola e austriaca, ritornò alle sue funzioni militari e difensive. Scampò alla demolizione grazie agli interventi di restauro dell’architetto Beltrami che, nel 1893, lo destinò a sede museale.
Imperdibili la Pietà Rondanini, l’ultima opera di Michelangelo e la Sala delle Asse, chiamata così perché si pensava che un tempo delle assi di legno rivestissero le pareti. Le pareti furono dipinte a tempera da Leonardo da Vinci nel 1498, con un finto pergolato che simula uno spazio aperto.

Per agevolare la costruzione della metropolitana negli anni sessanta viene rimossa la fontana circolare. Quella che si incontra ora all’entrata del castello è stata ricostruita negli anni novanta. In questa versione manca però il rosone centrale in marmo rosa pallido.

Varcate la soglia e sarete trasportati con la fantasia in quel tempo in cui gli zoccoli dei cavalli calpestavano quel percorso lastricato, in occasione della visita di qualche signore lombardo dapprima ai Visconti, che edificarono il castello nel 1368, e agli Sforza poi.

Le imprese dei Visconti e degli Sforza sono rappresentate sulla lastra di una fontana a muro che si trova nella Corte Ducale. Sono visibili cinque simboli: tre anelli intrecciati, un sole, un cane, una colomba e un morso da cavallo. La colomba regge un cartiglio con il motto “A bon droit” che è un augurio di pace da parte di Petrarca a Gian Galeazzo Visconti.

Come in ogni castello che si rispetti c’è il fosso che percorre tutto il perimetro delle mura, attualmente popolato da una nutrita colonia felina.