Anche la Brianza mette la sua firma per contrastare le false cooperative

confcooperative00007In Brianza sono circa 750 le imprese cooperative iscritte alla Camera di Commercio. Di queste, però, solo un terzo sono associate alle Centrali Cooperative, ovvero alle organizzazioni di rappresentanza (Un.i.coop., Agci, Confcooperative, Legacoop, Unci) delegate dal Ministero delle Attività Produttive alla vigilanza prevista dalla legge.

Una situazione che, unita alla carenza di ispettori del lavoro inviati dal Ministero, abbassa le possibilità di controllo e diventa terreno fertile per quelle che vengono definite cooperative “spurie”. Si tratta, in sostanza, di false cooperative, imprese che solo apparentemente sembrano perseguire ideali mutualistici, ma che di fatto strumentalizzano la cooperazione per tutt’altri scopi.

Per contrastare il fenomeno – che rovina il mercato e danneggia la reputazione oltre che il lavoro del movimento cooperativo – in tutta Italia l’Aci (Alleanza delle Cooperative Italiane) ha lanciato una raccolta firme per presentare in Parlamento una proposta di legge contro le imprese cooperative spurie. L’Alleanza ha 6 mesi di tempo per raccogliere almeno 50mila firme necessarie alla discussione in Aula della proposta di legge.

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Giovedì la campagna per la legalità ha preso il via anche in Brianza, in occasione dell’incontro organizzato da Confcooperative Monza e Brianza nella sede della BCC Valle del Lambro a Triuggio.

«Il modello cooperativo si presta – se mal gestito – ad abusi – ha affermato Roberto D’Alessio, coordinatore Confcooperative Monza e Brianza – Dunque vogliamo una chiarezza che ha due requisiti: trasparenza negli appalti e strumenti di revisione. La proposta di legge vuole rafforzare i sistemi di controllo, vuole che le revisioni si allarghino a tutte le cooperative e vuole che il supervisore, che oggi si limita a fare una segnalazione al Ministero e alla cooperativa, abbia un potere maggiore. Noi non ne possiamo più».

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«Il modello cooperativo ha dato molto a questo territorio, sicuramente in termini qualitativi, ed è da tutelare – ha sottolineato Augusto Colombo, consigliere BCC Valle del Lambro, che ha garantito il suo appoggio a Coonfocooperative per la raccolta delle firme – Poter fare impresa non in termini padronali – cioè senza una concentrazione della governance in mano a una o due persone, a una famiglia o a un gruppo di azionisti – ma distribuire in maniera capillare la possibilità di influire sulle decisioni, è la bellezza del modello cooperativo. Chiaramente questa “ariosità”, come la definisco io, si presta a essere anche strumentalizzata. Tra l’altro, in alcuni casi, pure sotto una forma corretta, nel senso che ci sono cooperative formalmente vere, ma che dal punto di vista sostanziale, dell’agire concreto, e dal punto di vista umano, travalicano quello che è lo spirito cooperativo».

In particolare la proposta di legge porterà:

  • Revisioni immediate per le cooperative non controllate da tempo o attive nei settori più a rischio
  • Cancellazione dall’Albo delle cooperative non controllate
  • Controlli incrociati con l’Agenzia delle Entrate per bloccare chi apre e chiude l’attività per non pagare i contributi

L’impegno di Aci proseguirà, poi, per il rafforzamento e la partecipazione dei soci ai processi decisionali e si mobiliterà:

  • Per una riforma che garantisca trasparenza negli appalti
  • Contro le gare al massimo ribasso che portano al mancato rispetto dei contratti di lavoro
  • Contro le infiltrazioni mafiose nell’economia sana

Ma l’incontro di giovedì è stato anche un’occasione per tornare a riflettere sull’udienza del 28 febbraio in Vaticano, quando Papa Francesco ha ricevuto 7mila rappresentanti di Confcooperative. Nel suo discorso Bergoglio si era espresso contro le false cooperative, «quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioè di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica cooperazione».

«Il Papa non parla per sentito dire, ma per esperienza diretta; e quando parla di cooperative lo fa per la sua esperienza di vescovo di Buenos Aires che ha deciso di operare nelle periferie urbane – ha puntualizzato Paolo Foglizzo, redattore della Rivista Aggiornamenti Sociali – Il sistema ha bisogno di novità e la crisi dimostra che per uscirne serve ripartire da valori andati perduti, valori che sopravvivono nei luoghi periferici, fuori dalla massimizzazione».

Foglizzo ha quindi ricordato l’invito di Bergoglio rivolto alla Chiesa e alle Istituzioni di andare nelle periferie perché quelli sono i luoghi delle novità, e l’incoraggiamento a continuare a inventare nuove forme di cooperazione perché «Quando l’albero mette nuovi rami, le radici sono vive e il tronco è forte».

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Nel corso dell’udienza, ha rimarcato poi Foglizzo, Papa Francesco ha insistito sulla necessità di combattere la cultura dello scarto globalizzando la solidarietà, toccando così il tema del lavoro, di fondamentale importanza per le cooperative.

Sono cinque gli incoraggiamenti concreti di Bergoglio:

  • Le cooperative devono continuare a essere il motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle nostre comunità locali e della società civile. Per questo occorre mettere al primo posto la formazione di nuove imprese cooperative per creare nuove opportunità di lavoro
  • Attivarsi per creare nuove soluzioni di welfare, che significa fare leva sulla sussidiarietà

  • Un’economia che fa crescere tutti, ovvero un’economia legata alla giustizia sociale, alla dignità, al valore delle persone

  • Coniugare le esigenze di lavoro ed economia con quelle della famiglia, con particolare attenzione al ruolo della donna a realizzarsi pienamente nella propria vocazione nel mettere a frutto i propri talenti
  • Investire bene, cioè mettere insieme con determinazione mezzi buoni per realizzare opere buone, che sono investimenti d’impresa, come cooperare e pagare giusti salari ai lavoratori

Il messaggio del Papa è stato che si può essere impresa in modo onesto. Le cooperative non possono vivere in casa, devono accettare la sfida di competere, ma non possono nemmeno uscire come se non fossero cooperative. Bisogna lottare per la cooperazione giusta, quella vera.


La raccolta firme a Monza e provincia per combattere le false cooperative proseguirà fino al 30 settembre. Chi vuole sostenere l’iniziativa e firmare può farlo nella sede di Confcooperative Monza e Brianza in via Gerardo dei Tintori 18 a Monza. Prossimamente verranno anche organizzati eventi nelle varie città. Per saperne di più.

 

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