Il primo anno di papa Francesco visto da …
Alfredo Somoza
“Era il Papa che non ti aspettavi, non solo per età o provenienza, ma perchè l’idea di Chiesa di Francesco ormai si pensava fosse un ricordo del passato. Una Chiesa vicina agli ultimi e ai sofferenti, ma anche attenta all’economia e alle scelte politiche senza però diventare “partito”. Papa Bergoglio è stato il vescovo del default nei terribili giorni del 2001 nell’Argentina in fiamme. Un’esperienza che segna, un’esperienza che non si dimentica, una scelta di stare insieme alle vittime delle ingiustizie, ai sofferenti che non si cancella. Per chi ha avuto l’onore di conoscerlo e di frequentarlo in passato, la certezza sulla sua autenticità. Francesco è lo stesso Padre Jorge che ci diceva “non pensare di saperla lunga, ascolta sempre”.
Francesca Galasso: Francesco, Papa di tutti
Era il13 marzo 2013 ed io come tanti miei Fratelli ero arrabbiata e incredula che il mio Papa, Benedetto XVI, acuto al suo senso del dovere, si sentisse incapace di amministrare il suo ministero e per questo rinunciasse. Anch’io ho un ministero, mi dicevo “sono madre” e lo sarò fino in fondo:io non rinuncio!
Era il 13 marzo 2013 ed io come tanti miei fratelli ero di fronte ad una scelta innovativa, lo Spirito Santo stava lavorando al di là di ogni logica. Tutti i quotidiani raccontavano la storia dei papabili, ma nessun giornale menzionava del Cardinal Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires. Fu una sorpresa per tutti. Ero fiera che il nome scelto fosse il mio “Francesco” simbolo di semplicità e di vicinanza alla gente alla natura. Per molti oggi appare come un anticonformista, ma non lo è anzi è l’uomo che va incontro alla gente, l’uomo della gente. E’ bello vederlo sulla papamobile attento a sorridere a tutti, a incoraggiare con il pollice in sù, a prendere in braccio e a baciare i piccoli, i disabili a bere mate senza farsi sfiorare dall’idea che potrebbe essere avvelenato.Ogni giorno ricevo i suoi messaggi su twitter, come quelli che ricevo da mia sorella che è a Bari e mi fanno compagnia. Francesco è il Papa di tutti, anche dei non credenti, vicino agli ultimi, agli emarginati come ha mostrato a Lampedusa, alle altre fedi. In noi cattolici con Lui si apre una nuova speranza.
Federico Cavalleri
Forse non sono adatto per commentare questo primo anno di Papa Francesco, su di lui so solo quello che dice la Tv. E allora ho fatto come tutti: ho digitato “papa Francesco” su Google. Di Papa Francesco si parla moltissimo; solo nelle ultime ore ha sostenuto la famiglia tradizionale, ha telefonato al presidente uscente Letta, ha spiegato come trasformare il denaro in ricchezza, ha pregato per gli scontri in Ucraina. Non posso trattenermi dal pensare che, nella peggiore tradizione vaticana, questo papa sente il bisogno di esprimersi su ogni argomento. D’altra parte questo è quello che la gente gli chiede, mi basta ascoltare i discorsi in casa o per strada; Bergoglio è un papa “vicino alla gente”, si esprime sui problemi che scaldano l’opinione pubblica, si confronta con la crisi, sembra finalmente seguire il buon senso e non solo la teologia.Forse non sono adatto a giudicare questo primo anno di Papa Francesco perché di lui so solo quello che dice la Tv. Questo Papa è quanto mai mediatico, è stato l’uomo dell’anno per Time, ha firmato già decine di libri, è presenza costante nei notiziari di tutte le reti, in Internet di lui si dice di ogni, chi teme per la sua vita, chi inneggia la sua rivoluzione, chi lo accusa di nascondere un passato ambiguo. La sua immagine è così potente che anche il vento che gli scompiglia la stola sembra un motivo valido per un fotoreportage. Francesco, il Papa povero, il Papa che non condanna l’omosessualità, il Papa che riforma lo Ior. L’immagine di una chiesa che cambia, o la chiesa che cambia la sua immagine? D’altronde, digitando “papa francesco” sul mio smartphone, il primo annuncio diceva: “dona l’8xmille alla chiesa cattolica”. Forse un anno è troppo poco, forse è troppo presto per capire se questo è il papa del popolo o solo populista, se parla alla gente o solo alla loro pancia. Probabilmente dovremo aspettare per sapere se questa rivoluzione in seno alla chiesa è solo annunciata o se si farà davvero, se riporterà la chiesa nella strada o se si perderà nei corridoi del vaticano. Nel frattempo, notizie di prima mano dall’Argentina mi assicurano che due miracoli Francesco li ha già fatti, la metropolitana di Buenos Aires è finalmente arrivata al quartiere di Fortes e il San Lorenzo ha vinto il campionato. Miracoli per la gente.
Claudia Fossati Ausiliaria diocesana. Cosa penso di Papa Francesco? Penso sia una benedizione per la chiesa ma anche per tutti gli uomini e le donne che sono ai margini della chiesa, che la guardano dal di fuori. E’ bello vedere tanti volti, anche di non praticanti, che si illuminano quando parli di Papa Francesco! E’ un uomo che ti scalda il cuore e fa riemergere la speranza di un mondo più umano, più giusto, onesto, solidale, di una chiesa con cristiani convinti che si sanno sporcare le mani, che amano il loro Dio e di conseguenza il creato e tutti gli uomini. La sua “normalità” continua a spiazzarci e nel contempo ci insegna che è possibile, nella nostra quotidianità, vivere il Vangelo con i vicini e col desiderio di andare sempre più ai lontani nelle periferie dei luoghi ma anche dei cuori. E’ interessante seguirlo nei suoi messaggi, omelie e angelus, ci sta scuotendo dal nostro torpore, dalle nostre comodità, dalle nostre ipocrisie e tutto con un linguaggio semplice, chiaro che tutti comprendono. Penso sarà un gran Papa che aiuterà la chiesa a rinnovarsi per essere vera “casa” per ogni uomo e donna che desidera amare e lasciarsi amare.