La Redazione
Grazie alla raccolta di firme organizzata da Amnesty International e l’intervento dell’Onu, è stato raggiunto un altro importante risultato: l’annullamento della condanna a morte di Noura Hussein, sposa bambina sudanese.
Noura era stata costretta al matrimonio con suo cugino a soli 16 anni. Dopo aver subito la prima violenza per mettersi in salvo si era rifugiata a casa di una zia. Tre anni dopo, i genitori con l’inganno la riportarono indietro dal marito padrone. Seguirono sei giorni di violenze e abusi e lei, per non subire altro, lo accoltellò a morte e tornò dai suoi genitori che la consegnarono di nuovo alla polizia, rinnegandola e rifiutandosi di prendere le sue difese.
Noura, condannata a morte per essersi difesa dal marito, ha ricevuto la notizia che la sua pena è stata commutata in cinque anni di carcere e una multa equivalente a circa 7.200 euro.
Nonostante anche questa punizione sia sproporzionata, un primo importante passo in avanti è stato compiuto: la vita di Noura non è più in pericolo.