Anticipazioni 3 – Idoli. Il potere dell’immagine

di Daniela Annaro

L’ipotesi che il Dio padre di tutte le religioni monoteiste fosse stato in origine una Dea Madre iniziò a delinearsi dopo la scoperta delle prime veneri paleolitiche, dove il corpo femminile era sentito come centro di forza divina.

Sono parole di Giancarlo Ligabue, paleontologo veneziano scomparso nel 2015, presidente del Museo di storia naturale della laguna, imprenditore di successo e fondatore del Centro Studi e ricerche Ligabue divenuto ora Fondazione Giancarlo Ligabue. E grazie a questa Fondazione, il prossimo 15 settembre a Palazzo Loredan – Campo Santo Stefano – si aprirà un’eccezionale mostra. Idoli. Il potere dell’Immagine. (fino al 20 gennaio 2019).

Figura Femminile geometrica

La statuetta qui sopra, proveniente dal Museo  Archeologico Nazionale di Cagliari, è l’icona della mostra veneziana. E’ un piccolo marmo dell’Antica età del bronzo (2300-1700 a.C.), rinvenuto a Senorbì, a pochi chilometri dal capoluogo sardo. E’ la prima volta che esce dall’isola.

L’astrazione del corpo femminile ricomposto in una sintesi di estrema essenzialità – scrive la curatrice Annie Caubet, archeologa del Louvre e curatrice della rassegna – le conferisce una forte valenza iconica dove il genere femminile del soggetto, rappresentato nudo, prevale sulla fisionomia di genitrice.

 La cosiddetta “Rivoluzione neolitica” (http://www.treccani.it/enciclopedia/neolitico/) è fondamentale per comprendere l’evoluzione dell’Umanità. Una rivoluzione che segna il passaggio da clan e tribù a società più complesse, vede l’avvento di nuove tecnologie e della lavorazione dei metalli, l’affermarsi delle prime forme di scrittura, l’avvio di reti commerciali e dei relativi traffici anche tra popoli estremamente distanti tra loro. Scambi di materiali e merci, ma anche di idee e forme espressive. Non a caso, l’ossidiana, un vetro vulcanico originario della Sardegna e dell’Anatolia veniva trasportata già nella prima fase del Neolitico. Un’epoca – dal 4000 al 2000 a.C. -, dunque, di grande transizione. E se in principio la rappresentazione umana è stata quasi esclusivamente femminile, con l’affermarsi di società sempre più strutturate gli idoli assumono sembianze maschili: dei, sovrani, eroi.

Idolo oculare corpo convesso – alabastro

E’ un invito al viaggio  attraverso il tempo e lo spazio quello proposto dalla mostra. Un viaggio all’alba della civiltà. Ci saranno più di cento opere, tra Occidente e Oriente, dalla penisola iberica alla Valle dell’Indo. Con prestiti importanti e rarissimi dall’Ashmolean Museum of Art and Archaeology,  dai musei archeologici di Madrid, Zurigo, Ginevra, Nicosia, da importanti collezioni private europee (quindi opere non sempre disponibili) e, ovviamente dalla ricchissima Collezione Ligabue.

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