Archiviato il caso Svezia

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di Luigi Losa

Dice lo ‘zio’ Bergomi poco prima del fischio finale al compare Fabio Caressa: “Le partite di questo Europeo si decidono tutte nel finale”. E’ così anche per l’Italia che, a differenza di lunedì quando contro il Belgio era andata in vantaggio nel primo tempo e aveva messo al sicuro il risultato solo allo scadere, ci mette 88 minuti per piegare una Svezia scorbutica e piena di marcantoni che randellano mica male i nostri, non solo i piccoletti Eder, Florenzi e Giaccherini, ma anche il povero Pellè.

Alla fine è proprio l’italo-brasiliano Eder che, da quando era passato dalla Sampdoria, dove faceva faville, all’Inter sembrava non trovare più la porta, dà alla nazionale azzurra la seconda vittoria che vale praticamente e matematicamente il passaggio agli ottavi di finale con un turno di anticipo (non accadeva dal 2000 ed era stata la prima volta). Lo fa con un bel gol su rimessa laterale di Chiellini ‘spizzata’ di testa da Zaza che lo libera: lui ci mette del suo dribblando mezza difesa gialloblu e infilando con un tiro a giro e a fil di palo il portiere Isaksson.

Risultato non da poco, visto lo scetticismo che accompagnava i ‘ragassi’ di Antonio Conte. La partita in sé è stata poca cosa, primo tempo da abbiocco postprandiale e secondo un pochettino meglio. La superdifesa azzurro-juventina (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini) era impegnata a tenere sotto controllo il fasotutomi Ibrahimovic che peraltro conosce molto bene, così come il resto degli azzurri visto che  lo ‘zingaro cresciuto tra i ghiacci’ (i genitori erano immigrati della ex Jugoslavia) come viene apostrofato (e che si senta poco svedese lo dimostra il fatto che non canta l’inno nazionale) ha giocato parecchio in Italia tra Juve, Inter e Milan.

Nel vedere come si srotolava la partita ho avuto il sospetto che l’Italia avesse fatto qualche conticino di non vincere e puntare ad arrivare seconda nel girone come si è strologato non poco nei giorni scorsi in radio e tv. Passare per primi vuol dire infatti (se non succedono sfracelli) affrontare quasi sicuramente Croazia o Spagna, due signore squadre (la seconda campione uscente e che in Ucraina quattro anni fa ci ha rifilato quattro ‘pere’ in finale rovinandoci il sogno costruito da e su Balotelli e Cassano). E  se poi ci andasse bene rischieremmo di trovarci sulla strada magari la Germania campione del mondo in carica (che pure ci patisce non poco nelle competizioni per squadre). Ma sono discorsi questi da fare al momento opportuno.

Per adesso l’Italia vince, convince ancora di più, va avanti e se tanto ci dà tanto basterebbe solo ricordare che al mundial dell’82 in Spagna dopo un rocambolesco primo turno ci toccarono Argentina e Brasile che mettemmo sotto con Pablito Rossi per volare in finale, spianando la Polonia, e umiliare proprio i panzer tedeschi per l’esultanza in tribuna del presidente Sandro Pertini.

E poi occorre vedere come e cosa fanno gli altri. Fin qui nessuno ha fatto vedere meraviglie né nel primo turno né nelle partite del secondo turno. Semmai si sono viste alcune sorprese tipo l’Islanda che ferma il Portogallo di Ronaldo, la Slovacchia del ‘napoletano’ Hamsik che fulmina la Russia con un gol spettacoloso (il più bello secondo me sinora), l’Ungheria che spiana la pur quotata Svizzera, la Polonia di Lewandowski che blocca sul pari senza reti la Germania, l’Inghilterra che la spunta solo nel recupero nel derby con il Galles di mister 100 milioni di euro (tanto è costato nel 2013 al Real Madrid) Gareth Bale che con una punizione degna del miglior Pirlo gli aveva fatto vedere i sorci verdi.

Per chiudere, in attesa di vedere all’opera ancora Spagna e Croazia, al momento solo la Francia e la nostra Italia sono le uniche squadre a punteggio pieno delle 24 in lizza. Scusate se è poco.

 

 

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