Associazione Giulia e Matteo: una finestra di speranza

di Francesca Radaelli

giulia-e-matteoNata a Lissone, si rivolge ai parenti di persone con disturbi del comportamento. Sabato 29 ottobre la presentazione ufficiale a Palazzo Terragni.

Una finestra aperta sulla speranza. L’Associazione Giulia e Matteo si presenta così dalle pagine del suo primo volantino, costituito da due persiane di carta, da aprire. Nata a Lissone nel febbraio di quest’anno per iniziativa di un gruppo di familiari e amici di pazienti psichiatrici, l’associazione si rivolge a chi sta accanto a una persona con disagio mentale, accompagnandola in un cammino che troppo spesso viene reso ancora più doloroso dalla difficoltà di interagire con istituzioni raramente in grado di offrire il supporto e le cure che dovrebbero essere garantite di diritto.

giulia-matteo-volantinoLa presentazione ufficiale dell’Associazione di promozione sociale Giulia e Matteo andrà in scena il prossimo sabato 29 ottobre, con la rappresentazione a Palazzo Terragni di Lissone, alle ore 21.00, dello spettacolo gratuito “Viaggi delle Parole –Trilogia tra poesia, musica e teatro” a cura dell’associazione culturale TeatroAddosso. Sarà uno spettacolo di poesie e canzoni sul viaggio e sulla vita, ma soprattutto l’occasione per conoscere da vicino le attività e gli scopi dell’associazione.

Giulia e Matteo erano due ragazzi che, dopo aver vissuto un percorso di ‘cura’ presso strutture psichiatriche, hanno posto fine alla loro vita. I loro genitori hanno deciso di fondare l’associazione che porta il loro nome, insieme ad altri parenti e amici di persone con disturbi del comportamento. Tra i soci fondatori e collaboratori ci sono medici, psicologi e un avvocato disponibili a offrire aiuto e consigli a chi si trova a seguire un familiare in cura psichiatrica, promuovendo iniziative di auto-mutuo aiuto.

I pazienti psichiatrici ‘dimenticati’ dalla sanità italiana

“Nel mondo delle cure psichiatriche in Italia sussiste una grande disorganizzazione”, spiega Francesca Mannucci, presidente dell’associazione. “La materia è regolamentata dalle leggi dello stato, che spesso però in concreto non vengono applicate. L’ultima di queste, la legge Basaglia del 1978, non garantisce in realtà una giusta assistenza ai malati psichiatrici, anche per mancanza di risorse adeguate e di un corretto impiego di queste risorse. Spesso quando si parla di psichiatria, lo si fa solo deplorando lo ‘stigma’ sociale cui sono sottoposte le persone con disturbi del comportamento. Ciò che fa più “arrabbiare” è che molti degli stessi medici facciano solamente questi discorsi, quando invece dovrebbero occuparsi di curare nel modo migliore i pazienti. Invece sulle malattie psichiatriche oggi si conduce pochissima ricerca a livello ospedaliero, si tende a considerarle un problema sociale e non medico. E così capita di frequente che un paziente venga sottoposto a diverse lunghe terapie (spesso con pesanti effetti collaterali) prima di trovare la cura appropriata”.

In questo accidentato percorso le famiglie vengono lasciate sole, spesso colpevolizzate, quasi sempre rimbalzate tra ambulatori, servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc), centri psico-sociali (Cps), in una situazione di grande carenza di risorse e strutture, spesso paradossale.

Qualche esempio? Dopo che l’ambulatorio di Lissone è stato spostato a Carate Brianza, il Comune ora avrebbe identificato uno spazio per un nuovo ambulatorio, la fabbrica ex Montana, dove sorge attualmente la nuova AST, ma la stessa AST non riesce a recuperare i fondi necessari per avviarlo.

I membri dell’associazione denunciano inoltre l’esiguità di posti letto nei reparti di ricovero psichiatrico, a partire da quello presente all’ospedale S.Gerardo di Monza, così come la carenza di punti di ascolto sul territorio e di comunità esterne che possano accogliere i malati dopo il ricovero ospedaliero. Altro punto problematico è quello del consenso informato: come è possibile pretenderlo da un paziente psichiatrico? E ancora lo scarso supporto alla ricerca sulle malattie psichiatriche, e la mancanza di un pronto soccorso psichiatrico in ospedale, tema sul quale l’associazione Giulia e Matteo ha deciso di dare battaglia.

Insomma, occorrono più risorse, e amministrate meglio dalle istituzioni.

Qualche buona notizia

Lo scenario delineato dai membri dell’associazione è decisamente problematico, ma ci sono anche alcune piccole buone notizie che possono forse aiutare ad aprire spiragli di speranza.

A partire dalla stessa costituzione dell’Associazione Giulia e Matteo, che propone ai familiari un percorso di auto-mutuo aiuto, di ascolto e di consiglio anche nel modo concreto di rapportarsi con le istituzioni. Portando avanti nel contempo denunce e richieste concrete di maggiore assistenza e risorse.locandina-viaggi-delle-parole

Altra buona notizia è la vicinanza e il supporto offerto da parte del comune di Lissone, nella persona della dott.ssa Mariani, assessore alle Politiche Sociali, e dello stesso sindaco Concettina Monguzzi, che nel giro di pochi mesi hanno fornito all’Associazione Giulia e Matteo una sede in cui riunirsi: si trova in via Volturno 3, presso le scuole Dante, e il primo sabato di ogni mese vi si svolgeranno gli incontri dei gruppi di auto-mutuo soccorso, aperti a tutti coloro che vorranno partecipare.

Ancora: l’esistenza di alcune storie positive, come quella di Carlo (nome di fantasia) che ha trovato finalmente il ‘suo’ posto in una casa famiglia e in una comunità diurna in cui conduce una vita serena, svolgendo piccoli lavori e attività che lo mettono a suo agio.

Da ultimo, la prossima collaborazione con la Fondazione Stefania, una realtà ben conosciuta e consolidata nel mondo dell’assistenza socio-sanitaria lissonese, che ha voluto coinvolgere, tra le altre associazioni, anche l’Aps Giulia e Matteo per contribuire alla collaborazione con gli sportelli di prossimità. “Collaboreremo con la rete Fianco a Fianco della Fondazione Stefania per sensibilizzare le famiglie dei pazienti con disagio psichiatrico sul tema dell’Amministrazione di Sostegno e per affiancare le stesse nell’espletamento delle pratiche relative”, spiega Simona Monguzzi, vicepresidente dell’associazione.

Insomma la finestra della speranza è pronta ad aprirsi. L’appuntamento è per sabato 29 ottobre, alle ore 21, a Palazzo Terragni. E il primo sabato di ogni mese, dalle 10 alle 12, in via Volturno 3, i membri dell’associazione saranno pronti ad accogliere chi vorrà venire a trovarli.

Questi i riferimenti per contattare l’Associazione Giulia e Matteo:

e-mail: [email protected]

sito web: www.giuliaematteo.org

Telefono: 334 7361644

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