di Rebecca Casati
Sabato 24 marzo, presso la sala civica del comune di Biassono, è andata in scena la tragicommedia intitolata: “Astra e Lucia: mito dell’arte e del patire d’amore” . Scritta da un ragazzo diciottenne, Alessandro Porto, quest’opera teatrale vuole rappresentare il disagio più grande che un artista possa provare: non essere mai soddisfatto del proprio lavoro.
Il nostro Euripide (interpretato da Mattia Bianchi) si trova proprio in questa condizione, ma diversamente da quanto si possa immaginare, non è lui il protagonista della vicenda. Le protagoniste sono le due donne più importanti della sua vita: Lucia (Alessia Cesana), la moglie tanto amata e Astra (Adela Montegrosso) sua musa immaginaria. Astra “prenderà vita” per volere della dea Venere (Paola Gatti), una dea un po’ troppo vanitosa che ha deciso di fare dispetto ad Euripide.
Inutile dire che la “nuova vita” di Astra causerà la crisi del rapporto tra Euripide e la moglie, nonché uno scompiglio generale nella vita dell’artista, costretto ad una scelta tra una delle due donne. Finirà bene?
Divisa in due atti, questa tragedia dai tratti comici non esita a regalare al pubblico qualche sorriso, spesso e volentieri accompagnato da un applauso del tutto meritato considerata la giovane età e la bravura di regista e attori. Difatti regista e protagonisti sono stati capaci di collocare quello che può chiamarsi un mito contemporaneo in uno spazio-tempo imprecisato. Il linguaggio è semplice e comprensibile a tutti, vicino ai giovanissimi ma adatto anche ai più grandi. Il risultato è che quest’opera teatrale lascia spazio ad interpretazioni diverse.
La buona notizia è che, considerato il tutto esaurito, sono già in programma nuove rappresentazioni in diversi comuni della Brianza. Per tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di assistere alla prima ci saranno quindi nuove occasioni. Per tutti ovviamente, tranne che per Euripide!