Bellotto e Canaletto, luce e stupore a Milano

bernardo_bellotto di Daniela Annaro

A 36 anni, nel suo atelier di Dresda, in Sassonia, Bernardo Bellotto, sublime vedutista veneziano, possedeva  più di mille volumi: dai classici Plauto, Terenzio, Cicerone, passando per Dante, Machiavelli, Boccaccio ai filosofi Hume, Montaigne, Montesquieu.

Un uomo colto, un artista dalla forte personalità. E’ un’informazione preziosa per capire meglio e apprezzare il maestro veneziano punito, per così dire, dall’ingombrante presenza dello zio Antonio Canal, detto il Canaletto.

Lo riscopriamo  grazie alla mostra “Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce“, allestita  a Milano, alle Gallerie d’Italia in piazza della Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo. Cento opere tra dipinti (72 in tutto, di cui 10 Canaletto e 62 di Bellotto), disegni e incisioni. Un terzo delle opere, soprattutto quelle degli esordi, sono esposte per la prima volta in Italia, fra le quali Fantasia architettonica con autoritratto (il particolare che apre questo scritto).

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Bernardo Bellotto
(1721-1780) ha soli  quindici anni quando  entra nello studio dello zio Antonio Canal. Siamo nel 1736 e Canaletto  è già un pittore affermato e richiesto. Il nipote impara subito dallo zio  a dipingere la “magia” delle vedute di Venezia. E’ l’unico allievo di Canaletto, proprio per questo, per secoli, le sue opere  sono state attribuite al famoso parente. Bellotto apprende velocemente:   usa la camera ottica – che vedrete anche in mostra – , disegna con altrettanta abilità le architetture usando compasso e righello e, di suo, aggiunge una maggiore attenzione alla struttura luministica. Tocchi di luce che ne fanno il segno distintivo, l’inconfondibile cifra pittorica, la stessa che genera in noi stupore e ammirazione. Così spiega la curatrice della mostra, Bozena Anna Kowalczyk. 

Dopo quattro anni di apprendistato, nel 1740, Bellotto (che ancora si firma Bernardo  Bellotto detto il Canaletto) viene chiamato a Firenze.  Ed è da questo momento in poi, fino alla morte, che zio e nipote prendono strade diverse da tutti i punti di vista. Canaletto in direzione Londra, Bernardo Bellotto in giro per l’Europa.
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Milano, Roma, Torino, Dresda, Vienna,Monaco, Varsavia. E, ovunque, le sue vedute sono testimonianza storica e sociale con i palazzi principeschi e le case borghesi, con i  nobili in carrozza e il popolo affaccendato  a vendere le proprie merci…

Il tutto sotto cieli lividi, fra luci e ombre di grande suggestione e anche un po’ melanconiche. Dipinti che aiuteranno a ricostruire città distrutte dalla guerre (Dresda e Varsavia). Testimonianze di un acuto e sensibile “cronista” della civiltà europea.

Non perdete la sezione multimediale della mostra che aiuta a comprendere il Vedutismo, Venezia e il Settecento europeo. Un’anticipazione la trovate al sito

www.ilbookshopdellemeraviglie.it.

 

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