Il BENE fa notizia?

libro1di Aldo Germani

BENE IN VISTA. A pochi giorni dalla chiusura del Salone  Internazionale del Libro di Torino, pubblichiamo la riflessione di Aldo Germani giovane scrittore, autore de “Le quattro del mattino“, romanzo  presentato alla XXVII edizione del Salone.

L’effetto è quello rigenerante di un tuffo in mare aperto. Se adori l’acqua, ovviamente. Perché ce n’è quanti ne vuoi, di libri: ovunque ti giri, sempre e soltanto libri, quasi non esistesse altro. Il paradiso di ogni lettore, l’inferno degli addetti ai lavori, costretti a cinque giorni di trincea e ritmo serrato. Le facce stanche a fine giornata sono le stesse, ma se alcune hanno piantonato per ore uno stand, tutte le altre hanno vagato senza una meta precisa, attraversato corsie,  peregrinato per l’intero Salone per il solo gusto di passarci attraverso, per il richiamo indomabile della carta quando è incline a promettere storie.

È un formicaio, il Salone. Affollato e brulicante. Ma le voci di tutte quelle storie impilate sono di gran lunga più forti del brusio diffuso nello spazio ampio dei padiglioni. Ogni copertina sollevata libera parole mute, più loquaci di quelle che un suono ce l’hanno davvero.  Perché esplodono in testa e poi vibrano piano.

libro2Vien voglia di fermarsi in un angolo e cominciare subito a leggere. Dovrebbero pensarla, il prossimo anno, una gigantesca sala lettura: silente, pacata. Una biblioteca accanto alla libreria. Sedie sparse, libri per terra, l’odore di pagine sfogliate, ognuno dentro una storia diversa, rapito, staccato dal corpo che rimane seduto, il tempo definitivamente ingannato.

È curioso un Salone del Libro sul tema del Bene. Perché il Bene solitamente non fa notizia: non avvince, non sorprende e pertanto non va in stampa. Perché una storia ben raccontata, si sa, ruota intorno a un conflitto, al lato sommerso delle persone, a un dubbio logorante, a un dolore e al male che l’ha provocato. Chi se la legge una storia sul Bene? A chi vuoi che interessi? Con tutto il carico di ossequioso rispetto che gli si deve, con la testa che ci hanno sempre fatto su ciò che è giusto, su come è opportuno comportarsi, sul peso delle conseguenze di ogni scelta sbagliata. Il Bene e la vita piatta di chi gli si conforma non fanno letteratura. Vogliamo sentire narrare d’altro. Del proibito, di sventura, della fatica di stare al mondo, di quelle stesse scelte sbagliate che covano inquiete nei nostri desideri sepolti.

libro3Eppure abbiamo bisogno di sapere che c’è. Lo cerchiamo dentro ogni storia, il Bene, al pari di ogni sacrosanta trasgressione.  Abbiamo bisogno di  sapere che nonostante tutto c’è qualcuno, da qualche parte, disposto a prendersi cura di noi, gratuitamente. E che ci verrà aperta una porta, all’improvviso, indipendentemente da quanti errori possiamo avere commesso. Intuiamo che in fondo a ogni tormentato passaggio del nostro vissuto, il Bene è una piacevole conquista.  Solo allora, quando smette di essere un dovere scontato, lo si apprezza davvero. Quando smette i panni stinti di un obbligo morale e veste quelli di una scelta coraggiosa. In controtendenza, irrinunciabile, appagante come poche altre. Ci sono libri che quella scelta hanno voglia di raccontarla: ne è pieno il Salone, fanno solo meno rumore.

Aldo Germani

http://www.salonelibro.it

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