Betania, far cooperazione mangiando e viaggiando

Fabrizio Pozzoli

Una realtà controcorrente. O meglio una realtà imprenditoriale che è distante dalla comune idea di cooperativa sociale impegnata nel settore dei servizi soprattutto nel mondo della disabilità. Con il loro entusiasmo e visione pionieristica sono andati oltre, intraprendendo questa avventura professionale e umana nei settori del turismo e dell’enogastronomia.

Perché si può fare cooperazione anche viaggiando e mangiando.

Lo dimostra la cooperativa sociale Betania che nata quindici anni fa continua ad avere un ruolo importante nel panorama cooperativo lombardo offrendo occasioni di lavoro anche al di fuori dei classici ambiti occupazionali delle cooperative. Ma guai a definirli come i quattro “maltrainsema” che si riuniscono perché non sanno cosa fare della loro vita. Nelle cooperative le idee sono ben chiare, e grande è l’entusiasmo e la voglia di fare.

Ne parliamo con il presidente Fabrizio Pozzoli.

Fabrizio, quando è nata la cooperativa?

Betania è stata fondata quindici anni fa dalla spinta di un gruppo di amici accomunati dalla volontà di creare qualche cosa che permettesse di abbinare all’attività sociale anche quella imprenditoriale. Così nel 2001, armati di tanto coraggio, abbiamo deciso di avviare questa nuova avventura offrendo occasioni lavorative al di fuori dei classici ambiti occupazionali della cooperazione.

Di che cosa si occupa precisamente la cooperativa Betania?

Ci muoviamo su campi diversi. Nel settore del lavoro siamo soci del Consorzio nazionale Idea Agenzia per il Lavoro che si occupa di ricerca, selezione e formazione professionale con uno sportello attivo anche su Monza garantendo percorsi di inserimento lavorativo presso terzi. Un altro settore è quello dell’enogastronomia, naturale evoluzione dell’esperienza iniziale dei Gruppi di acquisto che con il portale nonsolospesa.org ha creato un sistema di crowfunding per cui, facendo la spesa, si contribuisce a progetti di solidarietà. Infine ci siamo specializzati nel settore del turismo, una vera e propria novità per chi normalmente pensa al mondo delle cooperative. Betania, dopo anni a creare progetti di sviluppo del territorio, è diventata un’agenzia di viaggi e un tour operator accreditato – betaniatravel.it – che promuove lo sviluppo del territorio sostenendo progetti di sviluppo locale e un turismo sociale, enogastronomico, responsabile, religioso con una forte attenzione alla popolazione locale e al territorio.

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Il team della cooperativa Betania in trasferta durante un viaggio


Che cosa significa lavorare in cooperativa, soprattutto nel tuo settore?

Lavorare in cooperativa è un’impresa. Nel duplice senso della parola. Sia quello letterario poiché la cooperativa è un’impresa a tutti gli effetti, sia quello metaforico nella consapevolezza che bisogna comunque affrontare difficoltà. La cooperazione nasce per rispondere ad una necessità del territorio e del bacino sociale dove opera. È formata da persone che si uniscono per promuovere precisi principi e valori, facendo impresa attraverso la partecipazione e non attraverso la speculazione, anche nel senso positivo del termine.

Qual è l’aspetto caratterizzante dell’essere cooperativa?

Ci sentiamo tutti parte di un gruppo, imprenditori di noi stessi così che nei momenti di difficoltà la coesione diventa elemento fondamentale.

Come avete fatto a superare i momenti di crisi?

Puntando proprio sul nostro fare cooperazione. Se negli ultimi anni di crisi, che ha colpito anche il nostro settore, le aziende comunemente hanno fatto dei tagli noi come cooperativa abbiamo deciso di rinunciare magari a qualche cosa, ma siamo rimasti tutti sulla stessa barca. L’impresa guarda al guadagno, la cooperativa – che deve comunque fare i conti con il bilancio – guarda soprattutto a chi ne fa parte, cercando il più possibile di tutelarlo, inventandosi nuove strategie e offerte, non lasciando nessuno a piedi. Per esempio noi attraverso il web abbiamo acquisito nuove licenze commerciali, ci siamo inventati nuove strade e nuove attività diventando per la prima volta sponsor di una squadra che ha partecipato all’edizione 2016 della Monza Resegone.

Monza Resegone 2016 la squadra di Betania durante un momento di pausa
Monza Resegone 2016 la squadra di Betania durante un momento di pausa

La squadra è quindi fondamentale: quali sono le parole d’ordine del lavorare in cooperativa?

In primis, naturalmente, la collaborazione, lavorare insieme per un medesimo obiettivo dove il lavoro di ciascuno è fondamentale per tutto il team. Poi il senso di responsabilità che non riguarda tanto l’incarico che si ricopre, quanto invece il valore di ciascuno nella certezza dell’importanza di ogni persona nell’andamento generale della cooperativa. E infine il senso di appartenenza, in altre parole sentire la cooperativa come roba nostra, da salvaguardare, difendere, far crescere.

Quali sono i pregi del lavorare in cooperativa?

Il senso della persona, quella forte attenzione all’armonia pur non mancando, naturalmente, i naturali screzi che si generano all’interno di un posto di lavoro. Certo, non è semplice, lavorare in team, abituarsi e adeguarsi ai ritmi degli altri. Però nel momento della difficoltà esce il meglio di ciascuno di noi e la volontà di inventarsi qualche cosa di nuovo per portare avanti questa avventura, imprenditoriale ed umana. Mettendosi attorno ad un tavolo, discutendo, nella consapevolezza che la cooperativa è di tutti, e quindi tutti hanno il diritto/dovere di salvaguardarla.

Monza Resegone 2016 la squadra di Betania in partenza
Monza Resegone 2016 la squadra di Betania in partenza

Tornassi indietro ti butteresti nuovamente nel mondo della cooperazione?

Lo rifarei, anche se oggi è più difficile rispetto a quindici anni fa. Ho 47 anni, ho lavorato nel campo giuridico affiancandolo sempre però alle attività nel mondo del volontariato. È stato quasi naturale creare qualcosa che unisse il mondo del sociale con quello imprenditoriale, in un primo momento tastando bene il terreno, poi buttandocisi a capofitto. Ad un certo punto della mia vita mi sono trovato di fronte a un bivio: decidere tra un lavoro retribuito e un sistema che, come quello della cooperazione, mi garantisce di lavorare e di vivere bene ma in un sistema differente. La scelta è caduta naturalmente sulla seconda opzione che mi ha permesso di crescere umanamente e professionalmente, rendendomi davvero artefice del mio destino.

La Redazione

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