Il fine settimana al Teatro Binario 7

 


Per la stagione “Teatro + Tempo Presente” sabato 6 e domenica 7 aprile andrà in scena Non voglio lavorare, anteprima nazionale del nuovo spettacolo di teatro canzone di Massimiliano Loizzi e i Mercanti di Storie: in bilico fra satira, musica e poesia. 

Protagonista de Il Terzo Segreto di Satira nonché di film e serie web e tv, Massimiliano Loizzi dà uno sguardo sulla realtà di oggi con piglio ironico e filtro poetico. Un racconto, in forma di canzone, dello spaesamento della generazione di mezzo, cresciuta con i grandi valori del passato e destinata a cercare una sua dimensione in assenza di riferimenti.

Canzoni e racconti che parlano d’amore e di altre rivolte “perché se non parli d’amore, se non canti di libertà, di cosa vuoi che si canti, che cosa vuoi che si dica?”. Storie prese in prestito dalla strada, che hanno a che fare con la necessità di affrontare gli orrori quotidiani, il razzismo, la rabbia omofoba e la cieca violenza dei social, ma anche sogni e aspirazioni in bilico tra reale e ideale.

Uno spettacolo con poche risposte e tante domande ma che fa sicuramente ridere, perché “Loizzi utilizza con padronanza gli strumenti di un’arte di cui è da anni pressoché unico interprete, raccogliendo il testimone di Paolo Rossi. Un percorso che in questi anni ne ha fatto il principale, e per molti versi unico esponente della satira politica teatrale nel panorama italiano” (Renzo Francabandera).

Sempre durante il fine settimana,  per la sezione  “L’altro Binario”  venerdì 5 e sabato 6 aprile alle ore 21.00 in sala Picasso verrà messo in scena l’ultimo spettacolo dal titolo “Ansia”.


L’ansia, più che essere un effetto, è una causa.
L’ansia è il motore che spinge un individuo a comportarsi in un determinato modo. E gli effetti che crea possono essere devastanti. Molto spesso l’ansia genera un sentimento di solitudine: non tanto fisica, quanto psicologica. L’ansioso nel suo stato d’animo si sente solo, è solo nel momento in cui cerca di combattere contro questo fenomeno. E il senso di solitudine non fa altro che alimentare paura, paranoia, depressione.

Dall’altro lato ci sono quegli individui che non soffrono di ansia e che, mediamente, non conoscono il problema. E molto spesso, non conoscendo il problema, non riescono a comprendere l’ansioso e il suo comportamento, dando vita nella migliore delle ipotesi al giudizio, nella peggiore alla discriminazione.

L’ansia non la vedi, la percepisci. L’ansia non esiste, se non nella forma di (non)azione. All’ansia, però, non c’è scampo, se non la curi come si deve. Così pare essere la vita.
Sul palco quattro personaggi: le loro vite si incontrano, si intrecciano, si nascondono, si allontanano.  Si abbracciano, si scontrano, si sfiorano, si baciano

 

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