Incantevole nel suo candore, suscita tenerezza, a volte fa rabbia: è il postino di Grifalco, piccolo paese della Calabria.
Siamo nel 1969, nei giorni in cui l’uomo sta per mettere il piede sulla Luna per la prima volta; tuttavia, sono molto terrene le vicende che circondano il protagonista, che, avendo l’abitudine di leggere e ricopiare le lettere destinate ai suoi compaesani, si rende spettatore delle loro vite, delle loro gioie e dei loro dolori, talvolta, addirittura, interviene con azioni che modificano il corso degli eventi.
La vita del protagonista, invece, si svolge tutta nella sua testa, senza concretizzarsi quasi mai in scelte che possano condurla ad una svolta.
Convinto che la vita di tutti noi sia guidata dalle coincidenze, il postino dedica parte del proprio tempo alla stesura di un trattato sull’argomento, raccogliendo in esso quelle coincidenze di cui si trova ad essere testimone.
Mescolando abilmente lingua e dialetto, il romanzo d’esordio di Dara descrive un’epoca lontana, quella in cui il tempo interiore era ancora scandito dall’attesa di una lettera; eppure i suoi personaggi sono perfettamente attuali, perchè le usanze cambiano, la comunicazione è oramai rapidissima, ma i sentimenti umani restano gli stessi.
E l’attesa di una risposta genera pur sempre ansia, sebbene non aspettiamo più il postino alla finestra, ma teniamo i sensi all’erta sperando di vedere un led accendersi o di sentire un segnale acustico…
Valeria Savio