“L’autentica rivoluzione è quella dello spirito, nata dalla convinzione intellettuale della necessità di cambiamento degli atteggiamenti mentali e dei valori che modellano il corso dello sviluppo di una nazione. Una rivoluzione finalizzata semplicemente a trasformare le politiche e le istituzioni ufficiali per migliorare le condizioni materiali ha poche probabilità di successo.
Deve esistere la determinazione compatta di perseverare nella lotta, di sopportare sacrifici in nome di verità imperiture, per resistere alle influenze corruttrici del desiderio, della malevolenza, dell’ignoranza e della paura”.
Aung San Suu Kyi è considerata la più importante dissidente al mondo dai tempi di Nelson Mandela e oggi, 19 giugno, compie 71 anni. Fin da giovane si impone nella scena nazionale del suo paese devastato da una pesante dittatura militare, come una leader del movimento nonviolento, attiva nella difesa dei diritti umani. Il 27 settembre del 1988 fondò in Birmania la Lega Nazionale per la Democrazia, prevedendo il grande successo che effettivamente poi ebbe tra la popolazione, schiacciata, censurata e prigioniera. Anni di lotte e di battaglie, tredici dei quali agli arresti domiciliari.
Influenzata dal pensiero di Gandhi, promotrice del principio di non violenza come cardine di ogni movimento di dissenso, nel 1991 le fu conferito il Nobel per la Pace e lei continuò ad essere, all’interno della sua obbligata prigionia casalinga, il punto di riferimento dell’opposizione alla dittatura.
E’ ancora oggi un modello di coraggio e di grande forza spirituale nella lotta costante per liberare il suo popolo oppresso.