di Chiara De Carli
Era il 1976 quando quattro giovani leggono un messaggio lasciato sulla bacheca della Mount Temple School di Dublino. L’annuncio l’aveva scritto Larry Mullen: era alla ricerca di giovani che, come lui, amassero la musica e che desiderassero formare insieme una rock band. Alla chiamata risposero Adam Clyton, famoso nella scuola per il suo fare seducente e scanzonato, David Howell Evans con suo fratello Dick Evans e infine un ragazzo che raccontano fosse introverso: il suo nome Paul David Hewson, meglio conosciuto come Bono. Erano i Feedback, quelli che noi oggigiorno chiamiamo U2.
Il primo anno di rodaggio lo passano suonando nella cucina di Larry e chissà quante pentole sono state suonate, tra un giro di note e un nuovo riff, debuttando poi in un live tenutosi proprio alla Mount Temple School. I primi live prevedevano reinterpretazioni di canzoni come “Show me the way” di Frampton o “Suffragettes city” di Bowie, oppure pezzi dei Ramones, «senza i quali – a detta di Bono – molte band non sarebbero mai nate, compresi noi». Ma il fermento e il desiderio di migliorarsi era già del gruppo, tant’è vero che poco dopo il debutto cambiano il proprio nome in The Hype e a causa di vicissitudini interne, che facevano considerare la presenza di troppe chitarre, portano Dick Evans ad abbandonare la band. Da qui i quattro di Dublino sono sempre rimasti fedeli l’un l’altro, portando avanti fino a oggi una relazione che dura da quarant’anni.
Diventeranno poi gli U2, la scelta del nome vanta diverse storie. Si racconta possa essere ispirato al celebre aero-spia americano abbattuto agli inizia degli anni Sessanta nel corso di un’azione di spionaggio nell’Unione Sovietica, oppure che si basi su un gioco di parole come you too (anche tu, ndr) o you two (voi due, ndr). Di certo questo nuovo nome lascia intendere lo spirito della band, che sposa cause a carattere socio-politico e che contano sul diretto coinvolgimento del proprio pubblico.
Il destino sembra destinare loro fin da subito verso il successo; già da quando vinsero il concorso a Limerick, e la registrazione di una demo con la casa discografica CBS. Nello stesso periodo, conoscono dopo un concerto al Project Arts di Dublino Paul MacGuinnes, che diventa loro manager fino all’uscita di “Song of Innocence” (2014).
Siamo alla fine del 1978 quando registrano la prima demo negli studi Keystone di Hacourt Street contenente “Street mission”, “Shadows and tall trees”, “The fool”. Una demo che impressiona i discografici della CBS che decidono di pubblicare il loro primo singolo, un EP, dal titolo “U2 Three”. Le copie vengono esaurite in poche ore, gli U2 conquistano la loro città.
Da qui inizia la scalata verso il successo: la pubblicazione del primo anno “Boy” nel 1980, seguito dal primo tour europeo. Il disco raggiunge un ampio numero di copie vendute, e i produttori non perdono tempo, lo pubblicano anche negli States. Basta poco che gli U2 si ritrovano scaraventati nella realtà americana, in cui i fans si moltiplicano e aumentano sempre più, quasi oltrepassando la fama ottenuta in Europa. Il 21 agosto del 1981 esce “Sunday Bloody Sunday”. Il secondo album poi nel 1984 “October”, che crea un po’ di discussioni e tensioni all’interno del gruppo, tanto da arrivare a una possibile rottura, ma fortunatamente tutto si risolse. Alla fine del tour di promozione del secondo album Bono scrive un brano dedicato a Martin Luther King – “In the name of love”, e il 1 ottobre con “The unforgattable Fire”, si piazzano al primo posto nelle classiche di vendita. Poi seguirà il celebre album “War”, “The unforgattable Fire” edito nel 1984, album di svolta per la band irlandese. Da lì in poi sarà una ascesa, ma ciò che contraddistinguerà questo gruppo sarà la volontà di non dimenticarsi dell’umanità intera. Un esempio tra tanti è quando nel 1999 Bono entra a far parte del movimento Jubliee 2000, un’associazione volta a sensibilizzare i governi occidentali affinché azzerino i debiti dei Paesi del terzo mondo. Una band senza paura, anche in concomitanza dell’attentato avvenuto l’11 settembre 2001 a New York: furono il primo gruppo ad avere il coraggio di tornare a esibirsi in USA dopo gli attentati alle Twin Towers. Fino ad arrivare al 2014 quando hanno permesso di scaricare gratuitamente ai clienti Apple il loro album “The song of innocence” da iTunes, raggiungendo il record di essere l’album più ascoltando e permettendo loro di conquistare per la seconda volta la copertina della rivista TIME. Attualmente la band è in tour e il 23 settembre si è esibita a Los Angeles, ma rumors dicono che proprio oggi per il loro 40esimo verrà pubblicato il loro ultimo capolavoro “Songs of Experience”, restate sintonizzati.
Storie come queste non capita facilmente l’occasione di leggerle. Curiosità e considerazioni interessanti difficili da leggere tutte insieme come questo articolo. Grazie Chiara