di Fabrizio Annaro
Un altro importante passo verso la chiusura di un capitolo doloroso, buio e violento della storia europea: la fine di un certo tipo di terrorismo, ideologico e secessionista che ha seminato panico e morte in Europa. Brigate Rosse, Prima Linea, Ordine Nuovo sigle che in Italia negli anni ’70 e ’80 significavano morte, stragi ed omicidi. In Germania c’era la RAF, nel Regno Unito l’IRA, e in Spagna appunto l’ETA.
Già qualche anno fa l’ETA aveva siglato una tregua e in questi giorni grazie anche alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio l’annuncio definitivo con il quale l’ETA consegna al governo francese una lista con 12 nascondigli in cui si trovano le armi con le quali l’ETA combatteva la propria guerra. L’iniziativa segna la sconfitta definitiva dell’ex gruppo armato basco.
“La consegna delle armi dell’Eta alla Francia, avvenuta nei giorni scorsi a Bayonne alla presenza di alcuni garanti, rappresenta un fatto storico in una lunga e dolorosissima vicenda”. Lo si legge in un comunicato della Comunità di Sant’Egidio. “Mentre si saluta la positività dell’evento, il pensiero va alle tante vittime di questo periodo e ai loro familiari che ancora portano le ferite di questa sofferenza – prosegue il comunicato -. La consegna delle armi ha voluto evitare che vi fossero nuove vittime e costituisce un punto di non ritorno. È infatti un avvenimento del processo di riconciliazione che richiede ulteriori passi da parte di tutti, affinché una pagina di storia spagnola possa essere finalmente voltata”.
L’interrogativo che adesso ci poniamo è se la consegna delle armi operata dall’ETA influenzi in qualche modo il terrorismo di ispirazione fondamentalista. Sono terrorismi con origini diverse, ma con effetti ugualmente terribili. In più il terrorismo fondamentalista oltre che essere omicida è anche un terrorismo suicida, autodistruttivo. L’ISIS è figlio di una guerra quella che si combatte in Medio Oriente in modo particolare in Siria e Iraq e che coinvolge altri paesi. Una guerra generata da cause complesse che partono da lontano e che ancor oggi non trova la via della pace.
L’auspicio e la speranza è che si possa uscire da questa guerra i cui effetti non sono altro che dolore, morte, esilio, sofferenza. L’Europa malgrado le sue divisioni, i suoi limiti, e le difficoltà di ciascun paese, è la dimostrazione storica che secoli di guerre servono a ben poco. La democrazia, 72 anni di pace, la fine della guerra nei Balcani sono primati europei faticosamente raggiunti e che invitano altre regioni del mondo ad optare per la pace e la collaborazione fra i popoli.
Nessuno avrebbe immaginato durante la II guerra mondiale che L’Europa sarebbe diventata quello che è oggi. Ai tempi sembrava impossibile che paesi vinti dall’odio potessero un giorno collaborare. Alle spalle abbiamo una storia orribile e terribile: l’olocausto, le persecuzione razziali, la guerra, la distruzione.
La consegna delle armi a cura dell’ETA è una delle ultime pagine felici della storia europea: un monito e un invito a riflettere per coloro che hanno scelto la violenza come modus vivendi.