di Daniela Zanuso
Peccato che nell’aria di Londra non si senta profumo di caffè. E sì, perché è notizia di questi giorni che i 9500 double-decker, i famosi bus rossi a due piani di Londra, circolano con un biocarburante formato in parte con fondi di caffè. Che i fondi di caffè si potessero trasformare da rifiuto in risorsa, utilizzandoli per esempio come fertilizzanti agricoli, già lo sapevamo, la novità sta nel fatto che possono essere trasformati in energia pulita.
Tutto è nato dalla startup britannica Bio-bean che, grazie alle idee illuminate del fondatore Arthur Kay, è la prima azienda al mondo che è riuscita ad industrializzare il processo di riciclaggio dei fondi di caffè e ottenere bio-diesel. In collaborazione con Shell e Argent Energy, (società britannica che produce biodiesel), Bio-bean ha raccolto gli scarti di caffè prodotti da bar, ristoranti ed aziende e ne ha ricavato 6 mila litri di carburante. Evidentemente i londinesi non bevono solo tè.
Dallo scarto di un fondo di caffè si estrae olio in una percentuale che varia dall’11 al 20%. La miscela ricavata viene mescolata al normale diesel ed ad un biocombustibile e il risultato è la riduzione dell’inquinamento. B20 è il prodotto ottenuto che consente una riduzione del 10-15% delle emissioni di CO2 . Unico neo è che le fasi di lavorazione degli oli estratti fanno svanire il profumo di caffè.
Bio-bean si è, inoltre, specializzata in una gamma di prodotti da fondi di caffè inutilizzati che, oltre a produrre un notevole risparmio di denaro, riducono le emissioni di gas serra e sostituiscono i combustibili fossili convenzionali.
Questo a conferma che i rifiuti di molti prodotti possono diventare una grande risorsa.