Cara tu – Lettera a una (ex) moglie

Cara tuDue uomini, vicini di casa, si incontrano per caso nello spazio comune, e scoprono di condividere molto di più del solo indirizzo di residenza. Entrambi, infatti, sono mariti e padri separati, e affrontano le conseguenze di questa condizione, misurandosi in ogni istante con le ridotte forze economiche e con le proprie risorse interiori. Il meno provato dei due decide di scrivere una lettera alla ex moglie dell’altro, per cercare di sostenere l’amico e, contemporaneamente, di aiutare anche se stesso, portando avanti il tentativo di mettere fine ad una battaglia familiare dalla quale usciranno, altrimenti, tutti perdenti.

Angelo MelloneNasce così , Cara tu, lo scritto di Angelo Mellone, giornalista e scrittore pugliese, insegnante presso la Luiss; l’uomo che scrive, tentando di essere obiettivo quanto più possibile, analizza i motivi che portano allo scioglimento di una coppia, e, per conseguenza, di una famiglia, invita le parti in causa a non sfuggire alle proprie responsabilità scegliendo la strada più facile, quella di addossare tutta le responsabilità del fallimento all’altro, e si sofferma sul tipo di vita condotta da molti uomini separati, che si ritrovano impoveriti e privati non solo del loro ruolo sociale ma anche di quello di figura di riferimento per i figli, con la complicità di una legislatura completamente sbilanciata a favore delle donne.

Riflette sull’eredità morale che ci ha lasciato la generazione che ha educato noi adulti di oggi, che dopo aver voluto la rottura dello schema della famiglia intesa come luogo di sopportazione reciproca, non ha saputo indicarci quella modalità alternativa che ci consentisse di gestire in modo civile e decoroso i nostri fallimenti.

Ovviamente il punto di vista del narratore può essere condiviso o meno, a seconda della propria sensibilità e della propria esperienza di vita, ma credo sia pienamente sottoscrivibile l’invito che egli rivolge alle parti coinvolte, ovvero quello di deporre le armi, e di ricordare che l’amore che in passato ha unito due persone non può e non deve trasformarsi in odio cieco e infruttuoso, perché se è vero che “le ragioni per cui ci innamoriamo di qualcuno, o di qualcuna, sono le stesse identiche ragioni per cui, a un certo punto, possiamo cominciare a non sopportarlo più”, è anche vero che il rispetto reciproco resta l’unica arma vincente per tentare di superare i fallimenti di coppia, nell’interesse di tutte le persone coinvolte.

 

Valeria Savio

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