Cari umani vi scrivo

di Enzo Biffi

Cari umani vi scrivo così mi distraggo un po’
-che le citazioni mi vengono bene solo se sono in luna giusta-
Vi so essere tutti presi dal festeggiare l’anniversario del nostro primo incontro e un poco di malinconia mi assale.
Non già per l’atavica solitudine in cui mi avete lasciato subito dopo le vostre sporadiche visite
-Del resto visti i miei 4500 milioni di compleanni, le ultime 50 candeline spente capite bene anche voi essere un nulla nel niente-
Più che altro per avermi illusa a sperare in un luminoso avvenire insieme, cosa che non avvenne e oggi ne avverto perfino lo scampato pericolo.
Qui, sapete bene, il paesaggio è ( appunto ) lunare e, superata la prima suggestione, quel che mi resta da sempre è una sana invidia per quel verde, azzurro, bianco meraviglioso e vitale pianeta che sta a soli 385000 km da me – roba che con un low cost qualunque ci si fa quasi il week end-
Fin da quand’ero ancora in fasce, coi crateri tanto nuovi da sembrare brufoli adolescenziali, la terra stava già lì a vegliare su di me che per minima riconoscenza ne illuminavo le buie notti.

Insomma, seppur anche lei giovane, era già meravigliosa e imparai così a considerarla la mia terra-madre.


Ora: immaginate il mio stupore quando un piccolo sparuto gruppo di voi figli naturali e prediletti osò sfidare l’universo e giungere sul mio solitario suolo.
Subito pensai: “Un piccolo passo per un uomo un grande passo per l’umanità” -che gli aforismi mi vengono bene solo se sono in luna giusta- e già pregustavo quel che ne sarebbe seguito.
Ristoranti stellati, woodstock lunari, cineforum interstellari, oroscopi in diretta dal firmamento e, inutile dirlo, tintarelle di luna in riva al mare della tranquillità.
Insomma, dopo più di 4 miliardi di anni finalmente un po’ di compagnia.
Dovete poi sapere che immersa in questo cosmico silenzio, allungando appena i miei due orecchi a cratere, riesco da sempre a sentire quasi precisamente il suono dei vostri tuoni, delle vostre cascate, e perfino la colonna sonora che vi ho suggerito io stessa lungo le notti da me
romanticamente illuminate.

E allora sento un accenno di Blue Moon, un piccolo genio sussurrarmi “venia pien d’angoscia a rimirarti”, e una melodia po’ sguaiata ricordare la mia vocazione a “bussare alle porte del buio“ Ma ogni mia legittima speranza venne disattesa scoprendo quasi subito di essere lasciata al mio solitario destino e, cosa ancor più triste, obbligata a constatare quante ferite siate riusciti a procurare alla mia madre-terra sebbene in una così piccola particella di tempo trascorso.
Le mie fasi, le mie eclissi continuano ad ispirare la parte migliore di voi ma la mia luce non basta e sembra non servire più a illuminare le vostre ombre di avidità a discapito del rispetto del pianeta che vi ha generato e ospitato.

Dal canto mio comunque continuerò a scegliere per voi l’andamento delle maree, la nascita dei vostri figli, il tempo giusto per la pesca e molto altro ancora. Continuerò anche ad aspettarvi fiduciosa, ovviamente al chiaro di luna, ma voi per piacere…
non fatemi venire la luna storta!

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