di Laurenzo Ticca
Strano destino quello del vecchio Marx . Dato più volte per morto, seppellito dai suoi nemici, condannato all’oblio da chi ne aveva frequentato i testi e le suggestioni rivoluzionare, il filosofo di Treviri (dove è nato il 5 maggio 1818, morirà a Londra nel 1883)
periodicamente riaffiora nel dibattito pubblico. Parafrasando la celebre frase che apre il “Manifesto dei comunisti” potremmo dire che” uno spettro si aggira per l’ Europa …Carlo Marx” .
A lui vengono dedicati convegni, studi, saggi e corsi universitari. Di più: c’è chi lo considera un pensatore attuale, capace di orientare le strategie di formazioni politiche che a lui si rifanno. Vero? Falso? Difficile dare una risposta. Certo, molte delle sue previsioni sono naufragate: la società non si è divisa tra una ristretta cerchia di ricchi e una massa sterminata di proletari. La classe operaia, almeno in occidente, non è più un soggetto rivoluzionario. Nessuna rivoluzione socialista, infine, è maturata nei paesi di capitalismo avanzato. Anzi. Semmai ha preso forma in paesi economicamente arretrati (la Russia di Lenin, la Cina di Mao,per esempio).
Il filosofo Norberto Bobbio, per concludere, nella polemica con i marxisti italiani non si stancava di segnalare che in Marx era assente una teoria dello stato, della democrazia. Quanto all’esito della dittatura del proletariato cui Marx alludeva, i gulag staliniani sono lì a certificare la drammaticità di un simile auspicio. Eppure…
Eppure il fascino del vecchio Marx sembra restare immutato. Forse perché con lucidità colse la tendenza inesorabile del capitalismo a estendere il suo sistema di produzione al mondo intero, forse perché provò a descrivere scientificamente i meccanismi di sfruttamento brutali ( che oggi tornano ad affacciarsi sulla scena globale fino ad assumere la forma dello schiavismo). Forse perché sostenendo che gli sfruttati non avessero né patria né bandiere indicò una dimensione sovranazionale dello scontro tra chi compra e chi vende forza lavoro.
E oggi, in fondo, la globalizzazione da una parte, l’eclissi della politica e l’indebolimento degli stati nazionali dall’altra ripropongono esattamente lo stesso problema. Indicano l’altezza a cui dovrebbero muoversi lo studio, la riflessione, la lotta delle forze che, con Marx, non rinunciano a credere che un mondo più giusto sia possibile.