Cent’anni e non sentirli … Auguri don Mario!

mic3Don Mario Cazzaniga compie  oggi cent’anni! Don Mario vive a Monza alla RSA san Pietro gestita dalla Cooperativa La Meridiana; 44 anni di sacerdozio tutti come cappellano all’ospedale san Gerardo.

Un uomo vivace, in forma, cammina e tutte le mattine nella sua stanza celebra la Messa. Ama chiacchierare non solo delle vicende quotidiane; la sua cultura gli consente di spaziare in vari ambiti e non mancano citazioni dotte e in latino. Ci racconta la sua storia.

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La vocazione scaturisce dopo aver assistito ad una messa celebrata da un sacerdote malato appena rientrato da Lourdes. “La funzione mi aveva profondamente appassionato – racconta don Mario – tanto che mi recai da mia mamma, che era malata, per annunciarle la decisione di andare a prete. Lei fu contentissima e mi confidò che già quando era incinta aveva percepito misteriosamente che io avrei fatto quella scelta, cioè diventare prete e … campare cent’anni!”

Quest’esperienza colpì fortemente don Mario tanto che, durante gli anni di cappellano in Ospedale,  si appassionò alla medicina e si  cimentò nello studio delle donne in gravidanza in particolare del loro rapporto con il proprio feto. “Molte mamme in attesa – spiega don Mario – mi raccontavano di sentirsi ispirate a compiere gesti e azioni come se fossero desideri del proprio piccolo, come ad esempio ascoltare musica o passeggiare in luoghi tranquilli … Il rischio è anche quello di trasmettere la paura come hanno fatto tante mamme in tempo di guerra o in condizioni di forte disagio … Del resto il bambino non sussultò nel grembo della Vergine quand’Ella incontrò la cugina Elisabetta?”

Don Mario ha girato il mondo e durante gli anni da cappellano ha conosciuto tantissime persone. Ha visto  “tanta gente morire  e tanti guarire, penso –aggiunge il prete centenario – che sono beati coloro che assistono quelli che hanno sbagliato e  sono beati già qui, nella  vita terrena.”

E la fede? “Avere dubbi non è peccato, risponde con sicurezza don Mario, diffido molto da chi è pieno di certezze e proclami, dubito ergo credo”.

Fabrizio Annaro

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