Lo scopo della “Giornata Europea dei Giusti“, giunta oggi alla terza edizione, è quello della memoria per tutti coloro che si sono opposti, con responsabilità individuale e a rischio della propria vita, ai crimini contro l’umanità.
Questo giorno lo dobbiamo soprattutto alla tenacia e alla perseveranza di Gabriele Nissim, giornalista e scrittore milanese, che ha dato vita a Gariwo (acronimo di “Gardens of the Righteous Worldwide”) , associazione no profit che tre anni fa ha ottenuto dal Parlamento Europeo che fosse istituita una giornata dedicata alla memoria dei Giusti nel mondo.
Il 6 marzo è diventata così la Giornata europea dei Giusti, una data scelta in ricordo di Moshe Bejski, (deceduto il 6 marzo 2007) uno dei fortunati inserito nella famosa lista di Schindler, che poi divenne magistrato e che è stato Presidente della Commissione dei Giusti di “Yad Vashem”.
A Milano, Gariwo ha scelto di creare il Giardino dei Giusti dove stamane, davanti a moltissimi studenti e alla presenza del Sindaco Giuliano Pisapia e delle autorità, sono stati piantati sei nuovi alberi con i relativi cippi dedicati a sei nuovi Giusti.
“Onoriamo persone innamorate della giustizia e della democrazia” – ha dichiarato il primo cittadino – “e anche noi siamo chiamati a decidere da che parte stare”.
“Vogliamo lanciare un messaggio di speranza rispetto a quanto avviene oggi nel mondo arabo musulmano” ha proseguito Il Presidente di Gariwo, Gabriele Nissim “ Oggi è più che mai indispensabile incoraggiare e sostenere i Giusti, perché ogni uomo può essere artefice del bene e loro, i giusti, rappresentano un raggio di sole dell’umanità, sono il futuro, sono la nostra speranza”.
Gli alberi, sei pruni che a primavera si riempiono di delicati fiori rosa, sono dedicati a Razan Zaitouneh, avvocatessa siriana attivista dei diritti civili, rapita nel 2013 vicino a Damasco da gruppi estremisti jihadisti e la cui sorella, presente alla cerimonia, ha lanciato un appello per la sua liberazione; Ghayath Mattar, giovane pacifista siriano che offriva fiori ai soldati in segno di dialogo e si batteva per la libertà e i diritti umani e che è stato arrestato e ucciso in Siria tre anni fa; Mehmet Gelal Bey, turco ottomano, sindaco di Aleppo, che si oppose alle direttive del suo governo che ordinarono l’eliminazione del popolo armeno nel genocidio di cui ricorre il centenario; Alganesh Fessaha, attivista umanitaria italo-eritrea che ha rischiato la vita per soccorrere i perseguitati in Africa e ha aiutato i migranti a Lampedusa dopo il tragico naufragio del 2013 e che stamane ha voluto dedicare questo albero a tutti gli eritrei e a tutti i giusti che si sono battuti per una vita migliore.
Un albero è stato piantato anche in onore di tutti gli uomini e le donne della Guardia Costiera italiana che ogni giorno rischiano la vita, per salvare i naufraghi che fuggono dalla fame, dalla guerra, dalla violenza.
Il sesto albero ricorderà Rocco Chinnici, magistrato palermitano creatore del primo pool antimafia, ucciso da Cosa Nostra nel 1983 e che la figlia Caterina ha ricordato così:” Concepiva il lavoro come una missione e per lui il termine giustizia equivaleva a libertà, a valore per tutti i cittadini. Vogliamo consegnare questa memoria ai giovani perché ne facciano tesoro, perché quel sacrificio diventi patrimonio mondiale”.
Salvare qualcuno vuol dire dargli luce e coscienza, vuol dire diffondere ed espandere questa saggezza, perché a sua volta lui ne regalerà ad altri e il bene si propagherà a macchia d’olio.
Daniela Zanuso