Citrullo /ci·trùl·lo/
Sostantivo e aggettivo maschile utilizzato per indicare una persona sciocca, che agisce con poco senno. Deriva da una variante napoletana della parola ‘cetriolo’ cetrulo.
Dà l’idea di un tontolone, una persona stordita che nel muoversi nel mondo combina casini, ma che sotto sotto non è mossa da un’intenzione malvagia, anzi genera quasi simpatia.
Ha così appassionato il linguaggio popolare che nel tempo si è trasformato in verbo incitrullire, rendere citrullo qualcuno (l’amore ti ha incitrullito…) e una sfumatura della personalità citrullagine, qualità di chi è citrullo. Sono comparse abbreviazioni trullo e ri-adattamenti regionali come grullo toscano.
È utilizzato da grandi e piccini: lo troviamo infatti nelle canzoni dello Zecchino d’Oro “Il bullo citrullo” (2007) e nella traduzione italiana del Don Chisciotte di Cervantes (1615) “Tornatene, citrullo, a casa tua e […] smettila con queste baggianate che ti intarmano il cervello e ti scremano l’intelletto”. Lo usa Don Antonio per riferirsi a Don Chisciotte, anche se sembrerebbe molto più adatto a qualificare il meraviglioso personaggio di Sancio Panza.