di Daniela Zanuso
Il teatro come occasione per sviluppare la capacità critica, per scoprire al bellezza, per coltivare la passione.
Questi sono alcuni dei frutti del Concorso di Critica Teatrale organizzato dal Teatro Manzoni e rivolto ai ragazzi delle scuole superiori di Monza di cui si è tenuta, Allo Spazio Manzoni 16, la cerimonia di premiazione dei vincitori.
A premiare gli studenti giovedì scorso, è stata una “squadra” tutta al femminile capeggiata da Valeria Ottolenghi, studiosa e critico teatrale che da anni segue i ragazzi nel percorso di critica teatrale. “I lavori dei ragazzi – ha spiegato Ottolenghi – sono stati valutati da una commissione interna, selezionati ed inviati ad esperti di teatro che hanno dato una valutazione matematica. Gli scritti sono stati visionati anche da Giulio Baffi presidente dell’Anct che successivamente ha scritto una recensione della recensione”.
Insieme a lei l’assessora alla cultura Arianna Bettin, che ha fatto parte della commissione giudicante, ha sottolineato come il teatro insegni ad avere una visione critica degli individui e della società.
“Questa è anche l’occasione – ha evidenziato Barbara Ongaro, presidente del Cda Scuola Borsa– per imparare a vedere se stessi, scoprire la bellezza e l’estetica che sono le altre facce dell’etica”.
La direttrice artistica del teatro Manzoni Paola Pedrazzini, ha infine ringraziato tutta l’equipe che si è spesa per la buona riuscita del progetto che, dallo scorso anno, si è aperto anche al pubblico degli adulti.
Moltissime le recensioni pervenute, scritte dagli studenti delle scuole monzesi (Liceo Scientifico Statale Paolo Frisi, Liceo Classico Bartolomeo Zucchi, Liceo Statale Carlo Porta, Liceo Artistico “Nanni Valentini”, Istituto Tecnico Hensemberger, Istituto Tecnico “Achille Mapelli”, IIS Mosè Bianchi).
La vincitrice del concorso è stata Radwa Amin, studentessa dell’Hensemberger e autrice di una recensione dello spettacolo “Re Lear è morto a Mosca”. Radwa è stata premiata anche per la recensione di un’altra opera ed è seconda classificata ex aequo insieme allo studente del Liceo Zucchi Pietro Summa, autore di due lodevoli recensioni. Premi ex aequo anche ai terzi classificati: Gaia Sironi del Liceo Zucchi ed Emanuele Oriano del Liceo Frisi.
I premi consistono in doppi abbonamenti per la prossima stagione e biglietti per condividere la passione per il teatro coi loro amici. A breve partirà una nuova edizione del corso di critica teatrale.
Menzioni speciali sono andate a Federica Maria Barbero, Beatrice Bertolotti (Liceo Zucchi); Chiara Ronchi (Liceo Mapelli), Alma Gessi, Giulia Volpi, Salvatore Lauricella, Giovanni Albertario (Istituto Hensemberger), Arianna Rabellotti (Istituto Nanni Valentini), Camilla Mercuri (Carlo Porta).
Il premio per la segnalazione di merito consiste in due doppi biglietti per due spettacoli della sezione Altri Percorsi della Stagione 2024/2025 del Teatro Manzoni di Monza
In più i tre primi vincitori hanno avuto l’onore di avere una “recensione” della loro recensione scritta per loro da Giulio Baffi, critico teatrale e presidente A.N.C.T.
Motivazione di Giulio Baffi Presidente A.N.C.T. (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) alla recensione di Amin Radwa –Hensemberger su “Re Lear è morto a Mosca”, regia di César Brie:
Una recensione davvero emozionante, che sarei felice di aver scritto io: non solo non manca nulla, nel dare indicazioni storiche, riferimenti precisi, nell’analizzare i linguaggi della scena, musica, ritmo, canto, scenografia, ma Amin Radwa sa comunicare meravigliosamente il senso dello spettacolo “Re Lear è morto a Mosca” anche attraverso una scelta di vocaboli densi, davvero speciali, arrivando ad accostare coraggiosamente comicità e terrore. Il Teatro Goset di Mosca arriva a noi “con un calore ebbro che ha lo slancio vitale e commovente dell’amore per un’idea…”. Il tutto con una scrittura scorrevole che sa trasmettere anche il coinvolgimento del critico/ spettatore: bravissima Rawda!
Motivazione di Giulio Baffi Presidente A.N.C.T. (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) alla recensione di Pietro Summa – Zucchi di “Una notte sbagliata”, di/ con Marco Baliani
E’ stupefacente come Pietro Summa riesca a raccontare lo spettacolo “Una notte sbagliata” con assoluta concretezza aprendo nello stesso tempo squarci universali sull’esclusione, sulla facilità con cui chi è diverso possa trovarsi dileggiato, perseguitato. Non solo: il particolare e l’universale sanno quindi trovare anche connotazioni politiche. Tutto questo senza perdere di vista lo spettacolo di Baliani, con il tempo “che si dilata all’infinito”, il “paesaggio sonoro un’esperienza che spacca l’anima” in quella “periferia permeata dall’emarginazione”. E nella sintesi del “capro espiatorio”, evidenziando come chi, insoddisfatto, infelice, arrivi a sfogarsi infierendo, diventando crudele con chi è più debole, si avverte, come spettatori, attraverso questa accurata indagine critica, l’esigenza opposta, non solo di “pensare, riflettere”, ma anche di “abbracciare”. Eccellente lavoro Pietro!
Motivazione di Giulio Baffi Presidente A.N.C.T. (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) alla recensione di Emanuele Oriano – Frisi De “L’arte della commedia”, regia di Fausto Russo Alesi
Emanuele Oriano segue con cura le tappe dello spettacolo “L’arte della commedia” di Eduardo: dopo un “inizio cupo” e la seconda parte “molto viva, vivace”, la recensione si sofferma, in particolare per l’ultimo atto, sulle “abilità metamorfiche” dell’attore, lasciando aperto il dubbio, ossessione del burocrate così coinvolto, “sarà una persona vera o solo un attore?”, “intrappolando anche la mente dello spettatore nel dilemma irrisolvibile riguardo la vera identità di chi si sta osservando”. Un’analisi perfetta, con “i deboli che diventano forti”: “l’ambiguità e l’imprevedibilità del teatro lo rendono indomabile di fronte all’autorità e addirittura gli permettono di invertire i ruoli”. Emozionante, per chi pure segue il teatro da molti anni, l’inno finale: “il teatro è libera espressione, illimitato e illimitabile”. Confermo! Grazie Emanuele!
Motivazione di Giulio Baffi Presidente A.N.C.T. (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) alla recensione di Gaia Sironi, Zucchi di “Muri: prima e dopo Basaglia” con Giulia Lazzarini
La limpida recensione, a firma di Gaia Sironi, di “Muri: prima e dopo Basaglia”, spiega e racconta – seguendo la voce della grande Giulia Lazzarini che fa sue le parole dell’infermiera Mariuccia Giacomini, per tanti anni infermiera in manicomio – non solo l’importanza dell’intervento di Basaglia a Trieste, dei radicali cambiamenti messi in atto a livello nazionale, la famosa legge 180, ma anche gli echi prodotti intorno. Uno spettacolo che è “un vero e proprio percorso di memoria”, con l’invito a impegnarsi “a custodirlo e preservarlo” nel tempo, facendo attenzione a non accettare passivamente delle realtà date per ovvie, immutabili. Perché Mariuccia aveva scoperto che stava, anche lei, diventando sempre più “indifferente” a quel luogo di “silenzio, solitudine e distanza”. Il titolo, “muri”, guida quindi tutta l’analisi, seguendo la trasformazione dei pazienti in “persone” con cui poter parlare, vivere, “far parte di una stessa comunità”. Inevitabile, in uno spettacolo complessivamente “fermo” dedicare più cura al testo che qui, nella bella indagine di Gaia, acquista con intelligenza molteplici sfumature, storiche, sociali, politiche, ma anche – questa è l’impressione alla lettura – d’impegno etico, personale. Sono d’accordo: il teatro può fare anche questo, sollecitare interrogativi morali.