di Fabrizio Annaro, fotografie di Stefania Sangalli e di Monique Hemsi
Il Consorzio Comunità Brianza (CCB) ha presentato il suo bilancio sociale. Lo ha fatto nella splendida sede di Villa Tittoni a Desio. Venerdì 1 dicembre gli operatori del Consorzio Comunità Brianza hanno deciso di riunirsi per fare il punto sulle prossime sfide del mondo cooperativo. Ma che cos’è il Consorzio e di cosa si occupa? Lo spiega questo video
L’occasione per avviare questa riflessione è stata la presentazione del Bilancio Sociale di Sistema. Un sistema formato da 32 soci (23 cooperative sociali, un consorzio, sette associazioni), 2.500 persone occupate di cui 1.600 soci cooperatori, un fatturato aggregato che supera i 73 milioni di euro. Sedici le cooperative di tipo A (offrono servizi alla persona), mentre sono sette quelle di tipo B (inserimento di persone svantaggiate).
Cinque le aree di intervento del Consorzio: servizi di prossimità, (quelli destinati alle persone), l’immigrazione, l’housing sociale, turismo e cultura, lavoro e occupazione giovanile.
Mario Riva presidente del CCB ha spiegato le attività del Consorzio. Per farlo si è fatto aiutare da questo video
Riva ha sottolineato l’importanza dell’innovazione che assume, anzitutto, un rilievo culturale. Tema, quello dell’innovazione, ripreso dai responsabili delle aree di intervento del Consorzio (servizi di prossimità, quelli destinati alla persone, Immigrazione, Housing sociale, Turismo e Cultura, Lavoro e Occupazione giovanile). I responsabili delle aree di intervento hanno raccontato le loro attività con grande passione suscitando un forte interesse del pubblico presente.
Il convegno ha proseguito i suoi lavori ospitando interventi di esperti e testimonianze di cooperatori.
Sergio Zerbini ha illustrato le potenzialità di sviluppo per le cooperative nell’ambito del green e della sostenibilità sottolineando le possibili partnership con l’ente pubblico.
Francesco Abbà ha commentato i dati di bilancio del CCB giungendo alla conclusione che il Consorzio è solido e ha costruito con sapienza ed intelligenza le proprie strategie finanziarie.
Michele Bertola, direttore del Comune di Bergamo, ha sviluppato un’ampia riflessione sul rapporto fra ente pubblico e cooperazione. Ricordando anzitutto il ruolo del Comune che non può limitarsi ad essere solo produttore di servizi per il cittadino, ma deve esercitare una funzione di garanzia dello sviluppo della comunità, Bertola ha insistito sul fatto che lo sviluppo del welfare deve essere ripensato perché i bisogni sono sempre più variegati e complessi. “Sono convinto – ha concluso Bertola – che d’ora in poi serva meno burocrazia e maggiore capacità progettuale. Il moderno Welfare esige la collaborazione dell’ente pubblico e del privato sociale in un quadro di collaborazione paritetica“.
Luigi Losa, giornalista, ex direttore de Il Cittadino ha parlato di legalità. A Seregno, la sua città, dopo le vicende giudiziarie che hanno portato all’arresto del Sindaco, si è speso in prima persone con articoli (fra cui quello pubblicato da Il Dialogo di Monza), riflessioni e testimonianze nell’ambito del mondo cattolico e dell’associazionismo. Losa ha messo in guardia e presentato i rischi di infiltrazione mafiosa e della criminalità organizzata sia negli appalti sia nel mondo cooperativo. “E’ importante vigilare – ha concluso il giornalista – invitando i presenti a non sottovalutare il fenomeno perché nulla è escluso”.
Infine Roberto Mauri, direttore della Cooperativa La Meridiana, ha parlato di innovazione. La sua avventura nel mondo cooperativo è iniziata più di 40 anni fa, nel 1976, con un gruppo di volontari della Parrocchia San Biagio di Monza che portavano la legna da ardere agli anziani soli della Parrocchia. Oggi La Meridiana è formata da 95 soci, 94 volontari e 320 fra dipendenti e professionisti e una gamma completa di servizi rivolti agli anziani e non solo per anziani.
“Nel 2014 è stata inaugurata la RSD San Pietro (SLAncio) – racconta Mauri – una nuova struttura che accoglie 61 persone malate di SLA e in Stato Vegetativo oltre che un Hospice con 11 posti letto. A febbraio 2018 probabile taglio del nastro de Il Paese Ritrovato, una vera e propria cittadina per assistere e curare i malati con demenza e con Alzheimer. SLAncio è costato 11 milioni di euro, il Paese Ritrovato 9 milioni, un altro Centro di Meridiana, a Cerro Maggiore, 6 milioni. In totale ci siamo indebitati – rileva Mauri – per 26 milioni. Abbiamo organizzato una raccolta fondi per coprire il debito. Molte famiglie e parecchi cittadini hanno risposto positivamente al nostro appello. Ebbene – ha concluso il Direttore di Meridiana – questo metodo può rappresentare una nuova strada per la cooperazione. Si tratta, cioè, di ricalcare le esperienze dei secoli scorsi quando ospedali, cliniche sono nate grazie a persone e famiglie illuminate che hanno finanziato importanti progetti destinati a migliorare la salute e il benessere delle persone”.