Cristina Donà suonerà per il suo “Special Acoustic Tour”, sabato 28 marzo al Circolo di Mariano Comense. Occasione per presentare il suo nuovo album: “Così Vicini”. Affiancata ormai da tempo da Saverio Lanza, noto arrangiatore e compositore di numerosi artisti, la Donà intratterrà il proprio pubblico con un particolare e intimo concerto-storytelling in duo. Cristina Donà è sposata con Davide Sapienza, giornalista musicale, vive dal 1993 in Val Seriana, dopo una gioventù trascorsa a Rho. È questo l’evento che più ha segnato la sua esistenza, oltre che alla nascita del loro figlio.
Che cosa ha ispirato il disco “Così Vicini” ?
Una delle ragioni principale che mi hanno spinta a scrivere queste canzoni ha a che fare con il desiderio di intimità, di ritrovare quella parte umana che necessita di essere migliorata. La molla che ha fatto scattare il tutto è anche attribuibile al bombardamento mediatico, che spesso ci riduce a essere noi stessi le vittime, perché incapaci di governarlo: da una parte la tecnologia permette di rimanere sempre in contatto con gli altri, dall’altra riempie le giornate, rendendole piene di eventi. Siamo troppo deboli e troppo condizionabili per riuscire a fronteggiarli. Mi sono chiesta che cosa abbia valore per me: ci sono riflessioni sul senso della vita. non necessariamente concedo delle risposte, ma pongo domande. Il primo singolo fa riferimento ai momenti della mia giovinezza, recupero dell’intimità e di guardarsi di più negli occhi e andare più in profondità.
Che cosa rappresenta la copertina dell’album?
Bella domanda! Attualmente io abito in un paesino della Val Seriana dal ‘93; sono passata da un contesto cittadino come la mia gioventù l’ho trascorsa a Rho, fino a quando non ho incontrato mio marito e ventidue anni fa mi sono trasferita. Il contatto con la natura, il paesaggio, l’esperienza di un territorio nuovo per me, mi ha portato scrivere e a riflettere. Siccome questo disco è incentrato sulle riflessioni che nascono durante le camminate, ho pensato che il modo migliore per esprimerlo era una fotografia scattata da un mio carissimo amico e fotografo Andrea Aschedamini. “Così Vicini” ha nel suo significato quello di avvicinarsi e di continuare con questa ricerca. Mi piaceva l’idea di trasmettere questo mio legame con il territorio, nei precedenti album non l’avevo mai fatto. Ho iniziato a scrivere da quando mi sono trasferita qui.
Come è stata impostata la sequenza dei brani?
La scaletta più semplice che abbia mai realizzato. È arrivata molto naturalmente, ho scelto aprire con un brano che non so se sia così rappresentativo, ma che possiede un’atmosfera, molto anni Settanta, che non si ripete poi nel corso dell’album. Mi piaceva l’idea di aprire con un pezzo che avesse a che fare con un ricordo: un biglietto da visita che poi porta altrove.
Ho cercato di alternare i brani, quando ho fatto la scaletta mi sono chiesta se ne valesse realmente la pena, perché ormai le persone ascoltano in modo sparso le canzoni. Tuttavia, finché esistono i dischi e i vinili è giusto dare un ordine ai brani musicali. Gli ho dato una sequenza che potesse essere armoniosa e una continuità tra uno l’altro e questo invoglia la persona nell’ascolto sequenziale, anche perché non è un disco lunghissimo. Quaranta minuti di musica ricca, Saverio mi ha aiutato tantissimo negli arrangiamenti, e io spero di averli completati con degli spunti letterari. Nel vinile sono presenti due anime, il lato A e il lato B: i primo più sognante e rockeggiante, il secondo ha brani più strani e più ostici, con dei risvolti musicali che nella musica pop sono un po’ fuori dagli schemi
A chi consiglieresti di ascoltare il tuo album?
Forse a chi di fare un viaggio dentro sé. Credo che l’arte non debba dare risposte, ma suscitare domande. Per migliorare quello che c’è fuori bisogna partire da sé, i nostri rapporti umani sono condizionati dal mondo esterno, ma non si deve permettere alle contingenze di distruggere quanto di bello esiste nella nostra vita. Lo consiglierei a tutti, sono orgogliosa di quello che ho realizzato.
Com’è cambiata Cristina Donà in questi anni?
Spero in bene! Sicuramente sono usciti molti difetti. Dal punto di vista artistico ho approfondito canto e musica, avevo l’esigenza di trovare una persona con cui scrivere come Saverio, che ha un’esperienza musicale pazzesca. Poi c’è tutto il percorso personale: la nascita di un figlio, che scardina e permette di vedere il mondo con occhi nuovi. Ecco, sì cambia e la vita insegna che si deve sempre essere in grado di ripartire e mai fermarsi.
Hai un messaggio da comunicare a chi verrà a sentirti sabato?
È sempre un piacere ritrovare le persone ai concerti, perché se così non fosse noi artisti non avremmo senso. La mia carriera è iniziata così, con i concerti dal vivo, più di vent’anni fa quando cantavo canzoni di altri. Per me vale la regola di non dare mai nulla per scontato: sapere che ci sono persone che per te affrontano un viaggio e che pagano un biglietto, non è una cosa scontata, è un premio! Probabilmente, il messaggio che desidero diffondere corrisponde con quello che ho messo all’interno disco: guardarsi un po’ più da fuori, di osservarci, di comprendere come possiamo migliorare quello che ci sta fuori.
Chiara De Carli
Fotografie Bigtime
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