di Francesca Radaelli
“Io dunque ucciderei
La tua felicità, perché non ho il tuo naso?
Sarebbe ingiusto!”
“Ed io la tua perché dal caso,
che ci fa quel che siamo e così differenti,
ebbi il dono di esprimere … ciò che forse tu senti?”
Amicizia, amore, poesia e tragedia. Il Cyrano de Bergerac approda al teatro Manzoni di Monza, in scena fino a domenica 30 novembre. Il capolavoro di Edmond Rostand, presentato per la prima volta nel 1897, si ispira alla figura storica del poeta Savinien Cyrano de Bergerac e rappresenta un inno alla libertà del singolo che non scende a compromessi, ma anche una storia d’amore tra le più romantiche di sempre. I versi martelliani della bellissima traduzione di Mario Gobbi scandiscono ogni scena e immergono gli spettatori in un mondo dove tutti parlano in rima “ma solo qualcuno è un poeta”, come dichiarano gli autori di questo allestimento.
Lo spettacolo, una produzione di Gank e il Teatro de Gli Incamminati, con la collaborazione del teatro Stabile di Genova, si avvale della regia di Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga e ha tra gli interpreti principali un intenso Antonio Zavatteri, davvero convincente nella parte di Cyrano, Silvia Biancalana (Rossana) e Vincenzo Giordano (Cristiano). La messa in scena è davvero coinvolgente, gli attori fanno il loro ingresso attraverso un particolarissimo sistema di botole montato sul palcoscenico, ma talvolta anche dalla platea.
Cyrano, eroe romantico, abilissimo con la spada e con le parole, si prende gioco sprezzante dei potenti e prepotenti della Parigi del cardinale Richelieu, preferisce restare povero e solo (senza “protettori”) pur di non rinunciare alla propria libertà.
Ha un animo puro e indomito, Cyrano, ma un naso grottesco, enorme a tal punto da precederlo ovunque “di almeno un quarto d’ora”. Un naso che –soprattutto- gli rende impossibile dichiarare tutto il suo amore per la bella Rossana. E così, quando il cadetto di Guascogna in grado di affrontare da solo addirittura 100 nemici si trova vis à vis con la bella cugina, non riesce quasi ad articolare una sillaba. Il suo cuore va in frantumi quando si rende conto che Rossana gli ha dato appuntamento solo per dichiararsi innamorata di un suo compagno d’armi, il bel Cristiano.
Eppure, per amore di lei, Cyrano decide di aiutare quest’ultimo, davvero imbranato nelle dichiarazioni d’amore, a conquistarla. Dando forma a quello che Rossana merita di avere, ossia “un eroe da romanzo”, bellissimo, coraggioso e capace di farla sognare con la poesia.
È dunque di Cristiano la firma sulle appassionate lettere d’amore scritte da Cyrano alla cugina. E sono di Cyrano le parole che Cristiano pronuncia sotto la finestra di Rossana, nella scena più memorabile della pièce. Anzi, a un certo punto è sua pure la voce: protetto dall’oscurità della notte, che nasconde quel naso tanto imbarazzante, può dare libero sfogo al suo sentimento ed esprimerlo con versi di incantevole bellezza:
“Ma poi che cos’è un bacio? Un giuramento fatto
poco più da presso, un più preciso patto,
una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo rosa messo tra le parole
“T’amo”; Un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito
che ha il fruscio d’un’ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore
e assaporarsi l’anima a fior di labbra”.
Così parla Cyrano. Ma è Cristiano a godersi il bacio conquistato con parole tanto dolci quanto sofferte. Parole che forse possono nascere solo da un animo tormentato, preda di un amore impossibile. E forse se ne rende conto la stessa Rossana, a un certo punto, rivelando a Cyrano di non amare Cristiano per la sua bellezza, ma per le bellissime parole che lui le scrive. Lo amerebbe allo stesso modo anche se fosse brutto, dice lei, se non avesse l’aspetto che ha. In poche parole, se fosse Cyrano.
Il poeta dal naso enorme è sul punto di trionfare, ma un colpo di scena cambia le sorti della storia. Cristiano muore, ucciso in battaglia. Rossana si dispera, si ritira in convento e decide di vivere il resto dei suoi giorni nel ricordo di un amore tanto romantico, quanto breve e intenso. Cyrano, che avrebbe la felicità lì, a portata di mano, decide di tacere e non rompere l’incanto, non mandare in pezzi l’immagine di quell’eroe da romanzo creata da lui, grandissimo poeta, su misura per l’amata Rossana.
Solo alla fine lei capirà. Ma ormai sarà troppo tardi.
Francesca Radaelli