di Giacomo Orlandini
Gli uomini discutono, la natura agisce. Lo stato di emergenza nel quale il Pianeta Terra è entrato da diversi anni, a causa del surriscaldamento dovuto al crescente inquinamento atmosferico, non ha spinto finora ad invertire la rotta né su scala globale né a livello nazionale.
I richiami insistenti della comunità scientifica rimangono inascoltati e gli scienziati vengono spesso accusati di allarmismo. L’intensificarsi di catastrofi naturali dimostra che stiamo correndo verso il baratro e che le ripercussioni dei cambiamenti climatici sono destinate ad essere devastanti.
Per questo, armati di cartelli e frasi d’effetto, venerdì 27 settembre studenti e non sono tornati nelle piazze di tutto il mondo per manifestare contro il surriscaldamento globale. Il terzo sciopero globale (dopo quelli di marzo e maggio) mira a rallentare l’attività economica: è un modo per attirare l’attenzione di chi non si è accorto di ciò che sta succedendo. Mentre gli studenti sono scesi in piazza in difesa del clima, i sindacati di base hanno incrociato le braccia in tutte le categorie, pubbliche e private.
Anche a Monza la protesta non si ferma. Secondo la questura sono stati oltre 4 mila i manifestanti che hanno chiesto ai comuni e alle scuole della Brianza di dichiarare l’emergenza climatica. Il corteo ha programmato la partenza da piazza Citterio e poi un lungo percorso attorno alla città per terminare in piazza Trento e Trieste, dove è stato dato spazio a interventi e flash mob di sensibilizzazione. Lungo il percorso l’attenzione per le strade e il verde cittadino è stata massima e la piazza è stata ripulita per intero dopo l’evento.
“Monza è la terza città più inquinata d’Italia eppure non è ancora stata dichiarata l’emergenza climatica – hanno annunciato i ragazzi di Fridays for Future. Chiediamo concretezza: interconnessione tra le piste ciclabili, più raccolta differenziata, percorsi di sensibilizzazione nelle scuole e maggiori investimenti sul trasporto pubblico”. Dal primo sciopero qualcosa è cambiato, anche in termini di partecipazione. Non sono più solo studenti, adesso si uniscono alle proteste green anche famiglie con bambini, associazioni, sindacati, partiti politici senza bandiere, riducendo di fatto il gap generazionale presente quando si parla di questi temi.
D’altra parte il nuovo rapporto dell’Onu sul clima parla chiaro. Secondo l’organizzazione meteorologica mondiale, i dati sul 2014-2019 dimostrano che sono stati i cinque anni più caldi mai registrati, con un +0,2 gradi rispetto al 2011-2015. La temperatura media globale è aumentata di 1,1 gradi dal periodo preindustriale.
Nato grazie alla svedese Greta Thunberg, “Fridays for Future” è ormai un movimento globale. E stavolta cade – non a caso – nella settimana del Climate Action Summit dell’Onu svoltosi a New York. L’incontro del 23 settembre è la ragione principale per cui l’attivista svedese si è recata negli Stati Uniti, affrontando un lungo viaggio nell’Atlantico in barca a vela. Nel corso del summit, la lotta ai cambiamenti climatici viene rilanciata dai 66 Paesi, 102 città e 93 imprese che si sono impegnati a raggiungere zero emissioni entro il 2050. Segnali di speranza, secondo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che arrivano però quando il tempo sta per scadere.
Secondo gli esperti, infatti, bisognerà almeno triplicare gli sforzi sulla riduzione delle emissioni per rispettare gli obiettivi dell’accordo di Parigi, mentre giganti come Cina, India e Stati Uniti hanno dimostrato di non avere intenzione di aderirvi. Per Greta Thunberg le misure prese non sono adeguate. L’attivista svedese, ha ricordato con indignazione gli allarmi degli scienziati a proposito del cambiamento climatico e ha rimproverato aspramente i leader mondiali, accusandoli di non prendere sul serio l’emergenza climatica. L’intervento di Greta non sembra però aver fatto impressione su Donald Trump, che è comparso a sorpresa al summit sul clima solo per 15 minuti durante l’intervento della ragazza, che ha poi commentato con un tweet molto sarcastico.
Ci sono tante piccole accortezze che ognuno di noi può mettere in pratica in favore dell’ambiente: fare la raccolta differenziata, utilizzare borracce per l’acqua, diminuire il consumo di carne, usufruire dei mezzi pubblici, non impiegare la plastica come imballaggio per frutta, verdure, ecc.
Ma il vero cambiamento sta nel sensibilizzare, educare, parlare con gli altri, coinvolgere anche solo un amico a fare queste cose: un piccolo esempio vale più di cento regole.