di Nicoletta Pallini Clemente
Già nei prossimi giorni e fino al 21 aprile, gli avventori dello Zazà Ramen, il sake bar &restaurant di via Solferino, 48 a Milano, potranno ammirare l’ultima opera italiana di David Tremlett, l’artista inglese (Saint-Austell, Cornovaglia 1945) fra i più apprezzati nel mondo per i suoi wall drawings ritorna in Italia con un lavoro site specific proprio per il ristorante milanese. Nicoletta Pallini Clemente, sua curatrice per due esposizioni nel nostro paese, al Forte di Bard (Aosta) e alla Galleria Civica di Arte contemporanea di Trento, ne parla nell’articolo che segue.
BBZR è il titolo che David Tremlett ha scelto per il suo nuovo intervento a Milano. Sulla grande parete all’ingresso di Zazà Ramen, il ristorante che Brendan Beckht ha aperto ormai dieci anni fa in via Solferino. Quest’ultimo lavoro di Tremlett è dunque un invito a festeggiare i due lustri del bistrot creato da Brendan che per primo fece conoscere ai milanesi la ora famosa Ramen, zuppa coreana di antica tradizione, ma è anche un’occasione per ritrovarsi.
Brenda e David sono amici di lunga data, il loro incontro risale a quarant’anni fa, quando il giovane olandese, oggi milanese di adozione, lo conobbe attraverso i suoi genitori, collezionisti di arte contemporanea che si erano interessati a Tremlett fin dai suoi esordi. E ogni volta che i due amici si incontrano scatta un’idea. Come quando dieci anni fa, proprio Tremlett si entusiasmò di fronte a questo bellissimo spazio su due piani e nelle due piccole nicchie sottostanti volle lasciare un proprio segno permanente con tre opere, tre wall drawings.
In questi anni, Beckt ha offerto le mura del suo ristorante a molti giovani artisti: era dunque naturale che Brendan chiedesse a David Tremlett un nuovo intervento per questo anniversario. Ecco allora la “sorpresa” con BBZR il muro di fondo, preparato come sempre da Ferruccio Dotta, da anni braccio destro dell’artista inglese, pronto ad accogliere le mani del pittore.
Ogni volta, Tremlett, massaggiando con i polpastrelli la superficie, cambia realmente lo spazio, offre nuove visioni a chi vi si accosta, suscitando sensazioni di armonia e di pace grazie al colore e al movimento che crea con il suo gesto. In questa occasione, non è bianco, il bianco è solo una cornice che accoglie due rettangoli dipinti a tempera che racchiudono a loro volta altrettante figure geometriche nel cui interno galleggiano e si rincorrono segni a matita quasi a indicare un altro alfabeto, o, meglio ancora, nuove direzioni.
Il gesto di questo artista/ pittore/scultore/architetto è sempre espresso con rigore e poesia. In un certo senso, è il leitmotiv della sua poetica ormai da tanti anni. E, in questo caso particolare, è anche aderente alla perfezione con quell’idea profonda del “mondo fluttuante”, dove permanenza e impermanenza si incontrano e si compenetrano. Come ogni suo wall drawing anche quest’ultimo lavoro alla fine della mostra verrà cancellato per lasciare spazio ad altri artisti, ad altre storie, ad altre vite.