Dentro Caravaggio a Milano a fine estate

Un comitato scientifico di tutto rispetto, con i nomi dei più autorevoli e accreditati  studiosi, con la presidenza onoraria di Mina Gregori e Maurizio Calvesi. Diciotto opere da non perdere perché appartengono a un artista amatissimo dal pubblico: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. E’ un evento che annunciamo perché la rassegna si aprirà il 29 settembre 2017, lo stesso giorno della morte del Maestro milanese.

E’ un ritorno dunque nella sua città, un ritorno nello stesso luogo, Palazzo Reale, dove nel 1951 lo storico dell’arte Roberto Longhi gli dedicò una mostra che segnò la rinascita e la riscoperta del Merisi. ” Dentro Caravaggio” si intitola la rassegna perché per la prima volta le tele del Caravaggio saranno affiancate da immagini radiografiche che consentiranno  di seguire e scoprire, attraverso un uso innovativo degli apparati multimediali, il percorso dell’artista dal suo pensiero iniziale fino alla realizzazione finale dell’opera. Sarà come rivivere il processo creativo dell’artista.

La mostra, curata da Rossella Vodret, aprirà nuovi scenari sulla produzione del Merisi attraverso due fondamentali chiavi di lettura: le indagini diagnostiche e le nuove ricerche documentarie che hanno portato a una rivisitazione della cronologia delle opere giovanili, grazie appunto sia alle nuove date emerse dai documenti, sia ai risultati delle analisi scientifiche, da diversi anni  nuova frontiera della ricerca per la storia dell’arte come per il restauro.

La tecnica di Caravaggio è stata oggetto di uno studio approfondito promosso dal MiBACT, il Ministero dei beni culturali e del turismo, che, a partire dal 2009, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, ha analizzato attraverso una importante campagna di indagini diagnostiche le ventidue opere autografe presenti a Roma.

Sono emerse così – afferma la curatrice Rossella Vodret – alcune costanti nelle modalità esecutive di Caravaggio, ma sono venuti anche alla luce elementi esecutivi inaspettati e finora del tutto sconosciuti: dagli strati di pittura sono affiorate una serie di immagini nascoste. Inoltre è stato sfatato il mito che Caravaggio non abbia mai disegnato, dacché sono apparsi tratti di disegno sulla preparazione chiara utilizzata nelle opere giovanili”.

Il cambiamento cruciale nella sua tecnica avviene nel 1600 quando Caravaggio viene chiamato a dipingere la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi: primo incarico pubblico e su tele di grandi dimensioni. Gli viene dato un solo anno di tempo per completare l’opera e un compenso all’epoca straordinario: 400 scudi. Abituato a dipingere “tre teste” al giorno per appena un grosso l’una, come ci dicono le fonti documentarie, si può comprendere come questa commessa rappresenti una svolta fondamentale per la carriera e la vita dell’artista.


Nelle tele Contarelli la preparazione è scura, sempre in doppio strato, composta da terre di diverso tipo, pigmenti e olio. In sostanza, Caravaggio parte dalla preparazione scura e aggiunge soltanto i chiari e i mezzi toni, dipingendo solo le parti in luce. Di fatto non dipinge le figure nella loro interezza, ma solo una parte.  In tutto il resto del quadro non c’è nulla: il fondo scuro e le parti in ombra sono resi solo con la preparazione, non c’è pittura.


Attraverso le riflettografie e le radiografie, che penetrano in diversa misura sotto la superficie pittorica, si è potuto seguire il procedimento creativo di Caravaggio, i suoi pentimenti, rifacimenti, aggiustamenti nell’elaborazione della composizione. A tale proposito opera emblematica è il San Giovannino di Palazzo Corsini, dove le analisi ci permettono di leggere l’aggiunta di un agnello, simbolo iconografico poi eliminato.


Alla campagna di indagini eseguita tra il 2009 e il 2012 sulle opere romane di Caravaggio, a cura dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e dell’Opificio delle Pietre Dure, faranno seguito, grazie al sostegno del Gruppo Bracco, nuove importanti indagini diagnostiche sulle altre opere in mostra, comprese quelle provenienti dall’estero di cui, con un progetto congiunto Università degli Studi di Milano-Bicocca e CNR, verrà proposta in mostra una innovativa elaborazione grafica per renderle più leggibili al grande pubblico.

La mostra voluta da MondoMostre Skira ha il patrocinio del Comune di Milano.

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