Dialogo del cuore: Robert Powell

Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri

“Il regalo più bello che ho ricevuto a Natale è stata la fede”, ha rivelato nel suo breve soggiorno milanese Robert Powell che aveva interpretato Cristo nello sceneggiato di Franco Zeffirelli Gesù di Nazareth trasmesso in cinque puntate da Raiuno nel 1977, “è successo sul set e mi ha cambiato anzi stravolto la vita”.

Quando Zeffirelli l’aveva scelto “per gli occhi di un azzurro intenso quasi blu” Powell non era ancora famoso e quel ruolo ha compiuto il miracolo. “A metà riprese – ha raccontato l’attore inglese a Milano durante le vacanze natalizie con la moglie Barbara chiamata semplicemente Barbs – ci siamo sposati… ma in realtà non avevamo mai pensato di trasformare la nostra convivenza in matrimonio”.

L’intensità di vestire la tunica del Signore l’aveva portato dopo l’ultimo ciak a lasciare il cinema e il teatro “per molto tempo non sono riuscito a interpretare altre parti”.

Superata la profonda crisi spirituale con riverberi devastanti sulla professione è tornato a recitare selezionando attentamente i ruoli. Ma quello che preferisce è nella vita di tutti i giorni proseguendo la missione di amore verso il prossimo assimilata per finta sul set che negli anni è sbocciata in volontariato reale e concreto “un altruismo fatto soprattutto di contatti umani con gli ultimi gli invisibili, incontri con i giovani problematici, andare nei luoghi di recupero di tossicodipendenti e di chi ha commesso reati gravi”.

Avvolto nell’atmosfera natalizia sotto la Madonnina in una Piazza Duomo affollata, indaffarata ma indifferente verso chi sopravvive ai margini di una società sfavillante ma con troppe ombre di solitudine Powell ha proseguito “Natale significa donare il proprio cuore a chi non conosce la solidarietà del prossimo… nel giorno dall’amore universale bisognerebbe dedicarsi a chi non ha nessuno che gli regali un sorriso che gli stringa la mano… in quel giorno magico possono cambiare le vite delle persone… a me è successo!”.

La beneficenza lo spinge a forzare la sua natura schiva e a partecipare a incontri ed eventi mondani come il Meglio dell’Impero, spettacolo di gala con asta riservata alle celebrità, all’Hackney Empire nella parte Est di Londra “lo faccio solo per aiutare i bambini… anche Gesù partecipava ai banchetti e la sua predicazione pubblica è iniziata con una festa di nozze a Cana”.

Un’immagine che si trasforma in immaginetta come la sua foto dove presta il volto a Gesù messa all’asta di beneficenza della History Life Onlus “mi fa ancora effetto vederla e riesce a riscaldare molti cuori generosi”.

Sempre da History Life Onlus era all’asta benefica il dvd dello sceneggiato con autografo di Powell che ricorda divertito “un bambino mi aveva chiesto perché non firmassi Jesus Christ… era talmente deluso, era la Vigilia di Natale che misi il nome di Gesù anziché il mio… ma sono certo che da Lassù mi avrà perdonato”.

Chi meglio del Gesù più iconografico apparso sugli schermi (Zeffirelli rimase subito colpito dal viso di Robert che era proprio come i cristiani immaginavano il Salvatore) nella parte di testimonial universale della storica organizzazione di fratellanza cattolica Uniondale’s Council in the Knights of Columbus “come si fa a guardare il bambinello nel presepe senza sentirsi in colpa per tutti i bambini che soffrono nel mondo?”.

Convinti che possa compiere il miracolo di riempire i fondi di beneficenza come la moltiplicazione dei pani e dei pesci è stato invitato a partecipare alla XVIII edizione della Maratona Onlus londinese “preferisco donare in silenzio perché le emozioni, quelle vere e profonde, non hanno voce”.

Mettendo in pratica la frase evangelica “lasciate che i bambini vengano a me” ha promosso una raccolta fondi per il restauro di un parco giochi alla periferia di Londra “il vero dono è donare… e vale doppio se riguarda i più piccoli e indifesi”.

Come il Re dei Re. Nato in una capanna. Al freddo e al gelo.

 

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