Il Dialogo del cuore: Sofia Goggia

Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri

Già nel secondo nome, Vittoria, s’intuisce la predestinazione di Goggia a conquistare trofei da record come 4 Coppe del Mondo e 2 medaglie d’oro mondiali.

Mentre il nome col quale è conosciuta in tutto il mondo, Sofia, che in greco antico significa saggezza, spiega la sua capacità di vivere le gioie e le sofferenze con la sapienza del realismo che le permette di comprendere profondamente chi soffre “bisogna sempre trovare il coraggio del bene”.

Sofia Goggia in gara

Coraggio granitico come le sue montagne bergamasche che le ha dato la forza di fare lo slalom tra numerosi infortuni trovando sempre la discesa più libera per raggiungere velocemente il traguardo della generosità mettendo all’asta per iniziative umanitarie i suoi ricordi sciistici più importanti “vorrei aiutare le vittima di tutte le guerre”.

Intanto si è preoccupata del dramma dell’Ucraina partecipando alla serata di beneficenza Lenna & Sofia Goggia organizzata da Bbm service dove il pubblico poteva farsi fotografare, avere autografi e aggiudicarsi all’asta cimeli sportivi personalizzati della campionessa “nella vita come nello sport è importante non arrendersi e continuare a lottare”.

La stessa motivazione che l’ha fatta partecipare a un evento organizzato dalla Comunità della Val Brembana per una raccolta fondi destinata alla Croce Rossa Italiana per le emergenze belliche “ho messo all’asta diversi cimeli tra cui sci da superG, caschi, pettorali rossi, tutine… una bella e onesta iniziativa”.

La profonda onestà dei suoi sentimenti l’ha fatta partecipare alla campagna di Cesvi raccogliendo 700mila euro per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e attrezzature mediche urgenti destinate all’Ospedale Papa Giovanni XXIII, all’Ospedale da campo degli Alpini e a numerose strutture per anziani del territorio “vorrei regalare un giorno di felicità a chi soffre per l’età e per la malattia”.

Il giorno dedicato universalmente alla felicità è Natale. Nel 2020 Sofia è stata la testimonial della campagna “Festeggia il Natale con un gesto di solidarietà” che faceva parte del progetto “Dona un progetto” di Revert Onlus a supporto della ricerca per la lotta alle malattie neurodegenerative come Sla, sclerosi multipla, lesioni spinali “la lotta alle malattie neurodegenerative è una sfida che dobbiamo vincere insieme, come una grande squadra”.

Papa Francesco benedice l’iniziativa we run together

La volontà di condividere un percorso di volontariato ha spinto Sofia a donare scarponi rossi Atomic Redster World Cup 170, versione gara della stagione sportiva 2019/20 con autografato all’iniziativa sportiva di solidarietà We run together – Supporting our team a sostegno di strutture che si sono particolarmente distinte nella gestione della pandemia da Covid-19 come la Fondazione Poliambulanza di Brescia “ero emozionata come nelle partenze delle gare più impegnative perché condividevo l’iniziativa umanitaria promossa da Papa Francesco… un’esperienza che valeva una medaglia…”.

Legata alla sua terra, riesce con un sorriso a smuovere iniziative anche in settori dove non è una protagonista come il tennis. Ha impugnato una racchetta e sfoderato un sorriso olimpico per promuovere iniziative di beneficenza organizzate dall’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo “vorrei vincere sempre nelle gare del cuore”.

Goggia col suo cane

Con lo stesso spirito di altruismo sportivo ha partecipato al weekend di beneficenza organizzato tra Madonna di Campiglio e Pinzolo autografando le t-shirt per una raccolta fondi destinata all’attività della O3 for Africa Onlus con l’obiettivo di curare i bambini colpiti dalla peste di Buruli e altre terribili malattie “se giochiamo la nostra partita uniti possiamo donare una nuova speranza ai piccoli malati in attesa di nuove cure”.

Parole di speranza come calde carezze dalla Regina delle nevi. Che si stanno sciogliendo. Non per l’effetto serra. Ma per l’effetto amore.

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