Dialogo del cuore: Valentino Rossi

Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri

Si ritira dalle gare. Ma non dalla corsa verso il volontariato dove non ha rivali. Valentino Rossi continuerà a tagliare il traguardo della beneficenza col suo mitico 46 dopo 25 anni in pista e nove titoli mondiali “lo sport non può ignorare la vita vera”.

E ne Vale sempre la pena perché il titolo cui tiene di più è “campione dal cuore d’oro” per avere devoluto una cifra iridata agli Ospedali delle Marche Nord “erano in difficoltà contro il coronavirus”, collaborato con l’organizzazione no profit Two Wheels For Live e con Amnesty International per aiutare i bambini in Africa “quegli sguardi tristi. Imploranti!”.

Siccome i piccoli che soffrono non hanno nazionalità ha regalato un cimelio all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze “per costruire una ludoteca”. La stessa nobile causa che l’ha spinto a donare tuta, casco e guanti della gara di Valencia all’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova “sono un po’ malconci perché ero caduto”.

Il suo mito avvolto nel giallo della storica maglietta diventa l’ultimo desiderio di un bimbo terminale della provincia di Varese. Valentino lo raggiunge per tenergli la mano negli ultimi istanti “i più intensi e struggenti della mia vita”.

Ma il Dottore non va-lentino nemmeno nei colpi di scena. Dentro e fuori i circuiti. Come offrire fuoriprogramma un cimelio autografato a una sorpresissima ragazza disabile francese “non ho resistito a quello sguardo rassegnato”. Il sorriso scanzonato si vela al ricordo dell’amico Marco Simoncelli che aveva visto morire sul circuito di Sepang in Malesia il 23 ottobre 2011. Ha voluto autografare il caso di SuperSic destinato a un’asta benefica per i bambini “quel giorno maledetto è scritto nel mio cuore”.

E adesso la gioia più grande mai provata su nessun podio del mondo “divento padre!”. E’ una femminuccia. Ma indosserà ugualmente una baby-tutina gialla. E col numero 46. Quello di nonno Graziano. E poi di papà Valentino. Poi è già leggenda.

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