Diario dal Libano II: mica sfere Pokè

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di Claudia Terragni

Venerdì 15 Luglio 2016: Dopo una lunga attesa, qualche giorno fa è finalmente uscito Pokemon Go. Per le strade si iniziano a incontrare ragazzi di ogni età che vanno alla ricerca delle creature del nuovo gioco per Android.

In fondo è una novità carina: con il GPS del cellulare puoi rilevare la tua posizione e andare a caccia dei Pokemon che si nascondono tra le vie della tua città. Il mondo diventa un mega game boy! Puoi scovare uno Charizard tra le montagne o un Bulbasaur nel centro commerciale. È un buon pretesto per fare un giro, organizzare una gita fuori porta o spingersi un po’ più in là del pub sotto casa.

È innegabile che sia anche un po’ inquietante però: si assottiglia sempre più irrevocabilmente il confine tra realtà e finzione. Quello che esiste, quello che c’è di concreto e tangibile è sempre meno distinto da quello che non è reale, frutto della fantasia e dell’ingegno umano.

Ci sono momenti, come per Pokemon Go, in cui la finzione entra concretamente nella realtà della tua serata e l’intangibilità di milioni di pixel sembra tanto vera quanto la schiuma della birra che stai bevendo.

Invece ci sono momenti in cui accade il contrario, quando non è la finzione a sembrare reale ma la realtà a sembrare finzione. La tua vita ti sembra un gioco, uno scherzo ideato da qualche visionario informatico giapponese. Due sere fa hanno annunciato il golpe in Turchia e l’evidenza delle risate degli amici e delle pedine del Monopoli ha perso di consistenza. Non ti sembra vero. La realtà stessa perde di veridicità, pare tanto assurda quanto l’improbabile esistenza di Pikachu. Non è possibile!Francobollo_Pokemon_Pikachu

Non è più solo “un amico del vicino era a Bruxelles il giorno dell’attentato” o “il ragazzo della mia compagna di corso ieri era in vacanza a Nizza”. Questa volta siamo noi. Siamo noi che tra due settimane facciamo scalo proprio lì, proprio nell’aeroporto di Istanbul bloccato dal golpe. È il nostro viaggio in Libano in pericolo. Il fulcro attorno a cui girano le nostre scelte da qualche mese a questa parte. Studio un sacco per riuscire a dare l’esame a luglio così parto tranquilla, faccio babysitter così riesco a mettere da parte un po’ di soldi per coprire almeno una parte delle spese, mi ritaglio un po’ di tempo così posso esercitarmi con l’ukulele per portarlo con me … ma che senso ha? Non mi sento pronta a rinunciare al nostro viaggio. La follia di questo mondo impazzito mette in dubbio la realtà della mia vita.

Ma qua si tratta di carri armati, mica di sfere Pokè.

 

http://www.micascemi.org/

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