di Daniela Annaro
Due grandi donne decisamente anti-convenzionali e amanti dell’arte e un palazzo incompiuto che si affaccia sulla più bella laguna del mondo, quella di Venezia.
Peggy Guggenheim (1898-1979) decise di comprare Ca’ Venier dei Leoni in laguna proprio perché lì aveva vissuto la marchesa Luisa Casati Stampa, collezionista e mecenate, amica di intellettuali, erede di un patrimonio miliardario, tanto quanto quello che toccò a Peggy alla morte del padre e del nonno materno. Anche se lei, rispetto alla ricchezza dello zio Salomon Guggenheim, lo avvertiva come “una piccola fortuna”.
La famiglia di origini ebraiche vive a New York ed è a sua volta erede di magnati dell’estrazione di metalli e di ricchi banchieri. Una potente dinastia ebrea la cui cifra distintiva, come per i Lehman e i Kahn, era dedicata alla filantropia e a contribuire allo sviluppo delle arti. Un destino, in questo senso, quasi segnato per la giovane Margherite, Peggy come la chiamavano in famiglia. A 21 anni entra in possesso dell’eredità del nonno: “solo” sei milioni di dollari. Una vera fortuna nel 1919!
Ed è l’inizio della sua libertà dalla convenzioni della ricca famiglia ebrea totalmente inserita nella comunità americana. Il primo marito, Laurence Vail, (che le darà due figli Sindbad nel 1923 e Pegeen nel 1925) lo incontra a Parigi due anni dopo e lui la presenta a scrittori e artisti statunitensi ed europei. Parigi è sfavillante in quegli anni, crogiolo di idee e di intellettuali. E’ anche il punto di partenza di tanti viaggi e conoscenze che segneranno la sua attività di mecenate: sostiene scrittrici come Djuna Barnes e Emily Holmes Coleman, anarchiche come Emma Goldman, e soprattutto artisti.
Nel 1938, apre a Londra la sua prima galleria, Galleria Guggenheim Jeune. Vi sono lavori di Brancusi, Laurens, Kandinskij, Arp, Duchamp-Villon, Pevsner, solo per citare alcuni. E, naturalmente Yves Tanguy, suo amore del momento. Nel 1941, a Seconda Guerra Mondiale iniziata aiuta un numeroso gruppo di pittori e scrittori a fuggire dal nazismo e li trasporta in volo in America. Tra loro c’è anche il tedesco Max Ernst che diventerà il secondo marito.
A New York nell’ottobre del 1942 Peggy inaugura la galleria-museo Art of This Century. La galleria è punto di incontro e di elaborazione dell’arte americana ed europea, il centro della creatività di nuove avanguardie astrattiste. E’ qui che il giovane Jackson Pollock muove i suoi primi passi ed è grazie a Peggy che diventa il grande pittore super-celebrato.
Peggy, finito il conflitto mondiale, torna in Europa. Nel 1947 acquista la residenza veneziana, Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, che diventerà il suo museo e la sua ultima casa. Un luogo non concluso, anticonformista che le consente nell’ampio giardino di mantenere tutti i suoi cani e, nelle varie sale di ospitare la sua personale collezione d’arte e tutti gli artisti, molti italiani, che avranno bisogno del suo appoggio, non solo economico, per fare conoscere la loro arte.
Muore il 23 dicembre 1979 all’età di 81 anni. La sua Collezione è diventata uno dei maggiori musei d’arte moderna al mondo.