di Veronica Todaro
Già da bambina la sua storia era tracciata, con una personalità singolare e complessa. Nella Lombardia austriaca del Settecento la sua figura spicca per ricchezza e bellezza delle sue scelte di vita: matematica di respiro europeo (le sue Istituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana del 1748 sono al centro del dibattito scientifico), intellettuale dagli interessi molteplici (dall’ebraico alla musica) ma anche donna di fede e filantropa di largo respiro (è sua l’organizzazione femminile del Pio Loco Trivulzio) e mecenate nella sua villa di Varedo, di cui è in corso il recupero pubblico.
Ma conosciamo meglio questa enfant prodige. Maria Gaetana Agnesi nacque a Milano il 16 maggio 1718. Bambina prodigio, manifestò una straordinaria predisposizione all’apprendimento, e fu un personaggio di vasta cultura umanistica e scientifica dedicandosi poi a condurre una vita per l’umanità sofferente a favore dei poveri, seguendo l’impulso di una vocazione religiosa.
Maria Gaetana visse in una famiglia e in un tempo storico che condizionò profondamente le sue aspirazioni. Schiva, timida e unica, nata in una ricca e numerosissima famiglia milanese, il padre Pietro Agnesi, è un commerciante di seta che per elevarsi socialmente ha preso in moglie la nobile Anna Fortunata Brivio. La famiglia Agnesi ha 21 figlie Maria Gaetana è la maggiore.
Intelligenza prodigiosa
Sin da piccola spicca subito per la sua intelligenza prodigiosa. Prima dei 6 anni parla perfettamente italiano e francese. L’ambizioso padre, che nel frattempo è diventato professore di matematica all’Università di Bologna, abbandonando il commercio, decide di investire sull’educazione della figlia e arruola illustri precettore per seguirla.
Le donne hanno diritto all’istruzione!
La esibisce con orgoglio nel suo salotto, ritrovo di intellettuali italiani ed europei più ricercato di Milano. Così a 9 anni Maria Gaetana impressiona gli invitati con un discorso di un’ora in latino in cui esprime il diritto delle donne all’educazione stupendo i membri dell’Accademia dell’Arcadia di Milano recitando a memoria una “Oratio “che il suo precettore abate Nicolò Gemelli aveva composto per lei in italiano “Orazione nella quale si dimostra che lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile” e a 11 anni con grande rapidità apprende le lingue straniere tanto da essere nominata “oracolo sette lingue” per la perfetta conoscenza di italiano, latino, greco, francese, spagnolo, tedesco ed ebraico e diviene l’attrazione della famiglia Agnesi.
Da lì partecipò sovente alle riunioni nei salotti di casa sua, ospitando gli intellettuali della società milanese e componenti delle varie Accademie letterarie, tra i quali Cesare Beccaria, Giuseppe Parini, Pietro Verri, Paolo Frisi, e, assieme alla sorella Maria Teresa musicista e compositrice, erano il centro d’attrazione della vita sociale del padre.
Ma la sua vita la vide percorrere due distinti momenti, come scrive di lei lo storico locale Ildefonso Valota nel volume “Maria Gaetana Agnesi – matematica, scienziata e mistica del ‘700” ed. Associazione San Martino. Bovisio Masciago- novembre 2011.
Approfondì gli studi filosofici pubblicando nel 1738 le “Prepositiones Philosophicae”, tanto che l’abitazione paterna divenne punto di ritrovo per studiosi e scienziati italiani e stranieri.
Gli studi matematici
Nel 1748 si dedicò agli studi matematici approfondendo l’analisi e il calcolo infinitesimale e pubblicando due volumi che ebbero in Italia e in Francia enorme successo e diffusione: “Istituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana”.
Nell’opera divulgativa è illustrata con chiarezza anche una “curva algebrica” che verrà chiamata “versiera Agnesi”. A Varedo un modello in metallo della celebre versiera è stato incorporato nella piazza antistante il Municipio.
L’incontro con gli intellettuali dell’epoca
Tra i tanti premi, scuole, piazze dedicati a Maria Gaetana Agnesi, c’è anche quello istituito nel 2007 proprio dal Comune di Varedo, dove la famiglia della matematica italiana aveva la residenza estiva. Proprio a Varedo, infatti, un modello in metallo della celebre versiera è stato incorporato nella piazza antistante il Municipio, come tributo al genio di Maria Gaetana Agnesi.
Senza dubbio Maria Gaetana Agnesi è l’immagine della donna poliglotta, filosofa e matematica che intesse dotte dispute con gli intellettuali della società milanese più in vista e penetra a pieno titolo nel dibattito scientifico del suo tempo e ci appare sorprendentemente moderna, anche se non mancano nella sua figura aspetti che rimandano a ruoli femminili.
Nel 1750 il Senato Accademico dell’Università di Bologna, interpretando anche i sentimenti di papa Benedetto XIV, all’unanimità conferì “la cattedra di Pubblico Lettore onorario delle Matematiche” a Cajetana Agnesi Nobilis Virgo Mediolanensis. Ma l’Agnesi, pur ringraziando per l’onore, non l’occuperà mai.
La vocazione religiosa
È in questo periodo che in Maria Gaetana Agnesi si delinea il contrasto tra l’applicazione alle scienze matematiche e la vocazione religiosa di ritirarsi in convento, vocazione che trovò il veto più fermo da parte del padre (… non si alleva una figlia scienziata per poi vederla chiudersi tra quattro mura …).
Alla morte del padre nel 1752, libera dalle pressioni paterne, Maria Gaetana si riversò nella seconda parte della sua vita: quella di giovare al prossimo, assistere i malati dell’ospedale; divise così le sue ricchezze aiutando i poveri e i diseredati.
Nel 1771 il cardinale di Milano Giuseppe Pozzobonelli la invitò ad assumere la direzione del quartiere delle donne del Pio Albergo Trivulzio dove Maria Gaetana si trasferì e dove visse, dedicandosi più all’assistenza delle ricoverate che alla direzione della Istituzione.
Maria Gaetana non realizzò la sua vocazione alla vita religiosa, ma questo non le impedì di intraprendere un intenso cammino spirituale, di cui ci è pervenuta una significativa testimonianza diretta: le pagine da lei scritte e raccolte sotto il titolo “Il cielo mistico, cioè contemplazione delle virtù, dei misteri e delle eccellenze di Nostro Signore Gesù Cristo”.
Quando morì il 9 gennaio 1799 la sua ultima volontà fu quella di essere sepolta in una fossa comune insieme alle altre donne povere nel Camposanto fuori Porta Romana.
Alcune lapidi ricordano la figura di questa eccezionale donna nelle ville in Brianza a Bovisio Masciago, alla Valera di Varedo e a Montevecchia. Un busto nel cortile della Pinacoteca di Brera in Milano (opera di Francesco Maria Richini), una scultura presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano (opera di Giuseppe Franchi), un bassorilievo nel Famedio del cimitero monumentale di Milano, due medaglioni sui palazzi di via Brera e via Manzoni a Milano. Inoltre, nel 1991 è stato dedicato all’“Agnesi” dalla N.A.S.A. un cratere sul pianeta Venere.