Dove abita il welfare

Olivettidi Daniela Zanuso

L’antesignano del welfare aziendale in Italia fu Adriano Olivetti, uomo illuminato sotto molti punti di vista. Olivetti era partito dal concetto che un’azienda deve creare sul territorio nel quale opera, un equilibrio tra solidarietà sociale e profitto. E’ provato che questo valore si trasforma in una maggior fidelizzazione dei dipendenti e una migliore produttività.

In questo momento di interminabile crisi per il nostro Paese, tornare a parlare di welfare aziendale significa dare respiro e fiducia a situazioni individuale e famigliari in forte sofferenza. Le aziende cercano di integrare, senza peraltro sostituirlo, il welfare pubblico, sforzandosi di capire i bisogni dei dipendenti e andando loro incontro nella soluzione dei problemi.

In Italia stanno avendo sempre più successo  le iniziative di questo tipo e questo un po’ perché le imprese hanno fatto proprio il concetto che produttività, fidelizzazione e coinvolgimento del dipendente sono direttamente correlati alla sua soddisfazione personale, un po’ perché le stesse aziende hanno compreso di poter svolgere un ruolo cruciale attraverso l’integrazione con il welfare pubblico. Facciamo qualche esempio.

Luxottica, per i suoi  50 anni aveva già distribuito azioni gratuite, da qualche tempo,  offre ai suoi dipendenti un buono spesa del valore di 110 €, oltre a borse di studio e rimborsi sul costo dei libri di testo per i figli. Altra cosa interessante è la possibilità del job sharing famigliare, cioè la condivisione dello stesso posto di lavoro tra famigliari. In Edison è stato creato un pacchetto “Edison per te” in cui l’azienda si fa in parte carico di servizi che riguardano la salute  e la  famiglia,  (campagne di prevenzione, assistenza pediatrica, campus estivi) e il risparmio  (convenzioni vantaggiose con  fornitori ed esercizi).

Cisco ha puntato tutto sulla flessibilità: i benefits ai dipendenti sono legati al raggiungimento di obiettivi personali, senza la necessità di una costante presenza fisica in azienda. Oltre a questo, l’azienda offre agevolazioni sulle assicurazioni, convenzioni per asili, palestre e tempo libero e un servizio sanitario personalizzato. Alla Ferrari di Maranello, ma non sono i soli, c’è un asilo nido per i figli dei dipendenti.

La Tenaris, nota azienda di Dalmine, ha fatto dell’ascolto e della partecipazione aziendale il suo punto di forza. Il progetto di welfare ruota intorno ad una scelta precisa: avere lavoratori motivati. Da oltre 20 anni, l’azienda ha deciso di legare la sua produttività ai premi in denaro, con una parte di salario variabile in relazione ai risultati economici aziendali, ma anche alle performance individuali e al raggiungimento delle stesse.

Negli ultimi anni l’offerta è diventata sempre più ampia e consistente e i dipendenti beneficiano di molte condizioni vantaggiose: visite mediche gratuite, convenzioni con banche, case di cura, asili nido, villaggi vacanze e negozi convenzionati. Un’attenzione particolare anche alla gestione flessibile degli orari di lavoro, attraverso il par-time orizzontale, verticale o misto che aiuta, in particolar modo le donne e i neogenitori, a conciliare al meglio il lavoro con la famiglia.

Certo, non tutte le aziende possono permettersi di “coccolare” i propri dipendenti, ma chi lo fa può ricavarne un duplice vantaggio: da una parte l’azienda può ottenere agevolazioni e sgravi fiscali ed economici nella stipulazione di convenzioni con terzi, dall’altra ne trae un grande ritorno in termini di immagine, di fidelizzazione e di produttività dei propri dipendenti. E i dipendenti ringraziano.

 

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