“E io… non ti pago” in scena ad Inzago

eionontipago2Dalla nostra speciale redazione di inzago. Un’altra serata di teatro, ormai diventato un appuntamento fisso con la compagnia L’Intesa di Cassano d’Adda. Questa volta, presso il Cinema Teatro Giglio di Inzago, è andata in scena  la commedia “E io… non ti pago”.

Pur essendo una compagnia amatoriale non se la cavano male, ci hanno raccontato la storia di una famiglia dove il gioco del lotto era il filo conduttore. Gioie e dolori di chi tiene di più ai soldi che ai propri cari, ma con un lieto fine. Come di consuetudine della compagnia hanno menzionato persone e luoghi da tutti conosciuti, coinvolgendo anche ospiti e collaboratori della nostra struttura, il Centro Simona Sorge.

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Questa volta oltre al mitico Tonino Messina, ospite della nostra struttura di Inzago, che ormai è entrato a far parte della compagnia, sono intervenute due grandi star, Moana e Ilona, le gemelle (diverse direi) magistralmente interpretate dalla nostra direttrice Valentina Siddi e dall’educatrice Silvia Barzanò: penso proprio che dopo questo loro cameo potremmo perderle definitivamente, sicuramente attratte dal mondo scintillante del cinema, già notate dal grande regista Tinto Brass, secondo le ultime indiscrezioni..

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Una commedia che lascia degli interrogativi su come può la febbre del gioco rovinare i rapporti interpersonali. Quante domande sono sorte grazie a questa commedia che è stata bene interpretata da tutti i suoi protagonisti.

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Grazie a tutti per averci fatto passare una piacevole serata. Alla prossima.

Salvina Candarella

 

logo sacra famigliaA cura della Redazione di Inzago. Un progetto de Il Dialogo di Monza in collaborazione con la Fondazione Sacra Famiglia. La redazione di Inzago è una redazione speciale perché firmano articoli  persone che vivono in un Centro Residenziale per Disabili,  Simona Sorge della Fondazione Sacra Famiglia. Alcune di loro non possono scrivere con le loro mani, altre non possono parlare, altre ancora non possono camminare, ma tutti possono comunicare, con la forza della loro mente e del loro pensiero. Si, perchè raccontare e raccontarsi è un po’ come vincere la SLA, la sclerosi multipla, le altre malattie e neurodegenerative. Perché “noi siamo vivi!”

 

 

 

 

 

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